Gli studenti e soprattutto le studentesse (sono per la maggior parte ragazze) del liceo dove insegno hanno occupato la scuola, a mio parere per ragioni del tutto legittime, non solo per ciò che riguarda le problematiche specifiche della scuola che frequentano ma per denunciare la condizione della scuola italiana nel suo complesso.
Il documento che hanno prodotto è molto ben scritto, documentato e dettagliato, affronta svariati temi, dagli effetti sugli studenti e sulle studentesse della crisi pandemica e della sua gestione politica alla questione cosiddetta del “merito” introdotta formalmente dal nuovo governo (ma era già nell’aria…), e poi ancora la necessità di un nuovo modo di fare didattica (e tanto altro ancora), fino alla questione sociale, in particolare evidenziando come a tutt’oggi la scuola italiana sia una “scuola di classe” che favorisce i figli e le figlie dei ceti ricchi e benestanti e penalizza quelli delle classi popolari e subalterne.
Nel lungo e articolato documento (una dozzina di pagine) che hanno elaborato e diffuso non è presente un solo riferimento che è uno alle tematiche “politicamente corrette” (cioè la finta critica in realtà del tutto funzionale e organica al sistema capitalista neoliberale), cosa che ha destato in me notevole soddisfazione, dal momento che ciò è niente affatto scontato, dati i tempi.
Osservare il sincero entusiasmo e la volontà di lotta e di cambiamento di queste studentesse (in particolare quelle di una delle mie classi, ragazze veramente brillanti e di grande sensibilità e intelligenza) e di questi studenti mi ha riempito di gioia e, come accade in questi casi, mi ha fatto tornare ai miei fasti giovanili, ormai lontani nel tempo ma ancora vivi dentro di me.
Proprio alcune settimane prima dell’occupazione, durante un’assemblea davanti ai cancelli della scuola, una mia studentessa di un’altra classe (anch’ella bravissima) al mio arrivo ha preso in mano il megafono e mi ha invitato a tenere una lezione congiunta anche con gli altri studenti sul tema dell’alienazione (argomento che abbiamo affrontato in questi mesi sia con Hegel che con Marx).
In quest’epoca di passioni tristi, come avrebbe detto Spinoza, finalmente una ventata di aria fresca.
Avanti così, ragazze e ragazzi! E non scordate mai che, come diceva un “tale”, “i filosofi hanno diversamente interpretato il mondo, ora si tratta di trasformarlo”… Siete sulla buona strada…
Fonte foto: CaravillaniOrienta (da Facebook)