Al momento di marciare
molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico. (Bertolt Brecht)
I risvolti successivi ai fatti di Parigi mi spingono a fare alcune rapide ed ulteriori valutazioni, magari da riprendere e sviluppare prossimamente. Parto da una domanda e in seguito ne porrò altre cercando di dare delle risposte, anche se il tutto a molti potrà sembrare fuori luogo: è possibile, facendo le opportune valutazioni storiche e politiche, che i meccanismi di funzionamento dell’ ISIS – ora IS –siano modellati sull’esempio dell’ OAS ( Organisation de l’armée secrète ) data, per l’ennesima volta, la partecipazione congiunta di USA, Francia ed Israele al processo di destabilizzazione degli Stati indipendenti dell’area medio-orientale ?
La formula “destabilizza la società civile per stabilizzare le istituzioni politiche” mi pare non solo corretta ma anche attuale. L’OAS non era parte integrante di una “internazionale nera” bensì un prodotto diretto dell’Alleanza Atlantica la quale aveva riciclato, in funzione anticomunista, gli apparati burocratico repressivi del governo fascista e filonazista di Vichi. Lo stragismo neofascista a cosa serviva? Ovviamente nessuno pensava ad un “pinochetismo europeo”; al contrario, le stragi venivano commesse in nome della difesa della democrazia borghese atlantica minacciata dal comunismo. Da una parte si rafforzava quindi il sistema repressivo e dall’altra assumevano centralità politica le forze centriste in nome della unità nazionale antiestremistica (ma in buona sostanza anticomunista). Lo stesso Vincenzo Vinciguerra (terrorista neofascista che sta scontando la condanna all’ergastolo per la strage di Peteano del 1972, di cui si è autoaccusato) uno dei protagonisti di quel periodo storico alquanto torbido, dove servizi deviati e pezzi dello stato erano collusi con gruppi neofascisti, ci fornisce testimonianze e informazioni molto importanti e attendibili relativamente all’OAS:”I componenti di un’organizzazione “terroristica’’ ( Vinciguerra si riferisce chiaramente all’OAS ) siffatta, in buona parte provenienti dai ranghi delle Forze armate, alcuni dei quali esperti in tecniche di “guerra rivoluzionaria”, non potevano non trovare impiego in una guerra che ancora oggi si definisce impropriamente “fredda” solo perché condotta, in Europa, in modo clandestino attraverso una serie di operazioni “coperte” condotte dai servizi segreti americani e dai loro alleati atlantici ed israeliani”.
La questione dell’ISIS nel suo complesso, a dispetto di ciò che sostengono molti, non è dissimile. Il nemico non è più il socialismo (sia nella sua versione burocratica sovietica che in quella rivoluzionaria “terzomondista” e sudamericana in particolare) ma l’Islam sciita progressista ed antisionista.
Che cosa sta realmente succedendo? Proviamo a sostituire la manovalanza neofascista da sempre al servizio degli USA con quella jihadista ben indottrinata dall’ ideologia wahabita. Un’ipotesi azzardata? Non ne sarei così sicuro. Potrebbe infatti trattarsi di un rischio calcolato da parte di chi la pone in essere. Proviamo a rifletterci.
Marocco, Turchia ed Arabia Saudita finanziano centri di arruolamento “islamici” in Italia, Francia, Belgio e Gran Bretagna ( come ha confermato lo stesso giornalista belga Bahar Kimyongur ) per ostacolare la diffusione dello sciismo antimperialista, e questa operazione viene portata avanti tramite l’appoggio dei servizi segreti locali e la protezione e il sostegno delle varie “intelligence” occidentali. In Turchia i volontari jihadisti vengono scortati fino al confine siriano ed arruolati nell’ISIS ( per l’appunto ); Al Nusra ed Al Qaeda contro lo Stato laico della Siria baathista. Ci sono prove evidenti che dimostrano come i neojihadisti, per sopportare gli orrori della guerra, siano spesso drogati, secondo gli insegnamenti della celebre “Operazione MK-ULTRA” ( lavaggi del cervello, condizionamenti di massa, manipolazioni individuali e collettive ) sperimentata dagli americani in Vietnam. Persone come queste, in alcuni casi provenienti da paesi europei, una volta rientrati nei rispettivi paesi d’origine, potrebbero diventare non più controllabili.
Domanda: le grandi potenze imperialiste possono prevedere e volere tutto questo? La mia risposta è sì. Per capire come i servizi segreti pilotano in qualche modo questi killer, è necessario studiare il fenomeno.
La formula che ho utilizzato è: destabilizzare la società civile per stabilizzare le istituzioni politiche. Cominciamo col dire che in questo modo (attraverso attacchi terroristici come quello di Parigi) possono essere indirettamente eliminate anche persone scomode per l’ordine sociale e politico dominante. Ci duole infatti prendere atto che, fra gli altri, è rimasto ucciso l’economista antineoliberista Bernard Maris che denunciò i meccanismi di funzionamento della BCE ( Banca privata che nasce dagli accordi di azionisti plurimiliardari ). Qualcuno, inoltre, parla della lunga mano del Mossad nella morte dei due ufficiali di polizia, improvvisamente “suicidati”, che stavano indagando sull’accaduto. I funzionari di regime ( politici, giornalisti dell’antigiornalismo, conduttori televisivi, opinionisti, ed altro ) che lanciano le accuse di “complottismo” a coloro che trattano queste tematiche cercando di andare oltre le apparenze, troppo facilmente dimenticano come ad esempio in Francia sia operativa la Lega di difesa ebraica, un vero esercito privato sionista ben addestrato e finanziato da Israele. Il che significa che anche la Francia è un paese monitorato da una pluralità di servizi segreti, e che esiste una rete di intelligence che controlla gli spostamenti di persone oltre che di capitali. In poche parole: un paese a sovranità limitata.
Dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 contro le Torri gemelle il presidente statunitense Bush abolì l’Habeas Corpus. I provvedimenti legislativi dei neocons USA hanno permesso a singole autorità locali nordamericane di militarizzare un quartiere o addirittura una città intera in modo arbitrario, consentendo alla polizia di commettere brutalità restando impunite. Le leggi antiterrorismo americane implicano una neanche tanto graduale abolizione della democrazia, seppur di democrazia “borghese” si tratti. E come ebbe ad osservare il filosofo e giurista conservatore Karl Schmitt, sovrano è chi proclama lo Stato d’eccezione.
Ora, che cosa è successo, in concreto, dopo la Strage di Parigi ? Qualcosa di analogo, dato che si riparla di accelerare i tempi per l’applicazione del Trattato di Velsen che istituisce la gendarmeria europea ( in Italia la sede principale è a Vicenza; sì proprio lì!). Ma che cos’è in realtà la gendarmeria europea? Semplice, un’operazione di stampo prettamente neoliberista che porta alla privatizzazione degli eserciti. Una persona attenta capisce che privatizzando gli eserciti il militarismo, prima circoscritto, in tutto o in parte, nella sfera burocratica dello Stato, diventerà monopolio di singoli capitalisti privati. Le guerre verranno delegate ad agenzie private e gli eserciti si sposteranno alla stessa velocità delle transazioni finanziarie. Si parla anche di bloccare gli Accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone. Ma questa è pura propaganda. In realtà si perfezionerà la capacità delle intelligence di raccogliere dati e informazioni sulla vita pubblica ma anche privata delle persone che viaggeranno in Europa. Insomma, si cerca di costituire una grande ed “orwelliana” banca dati europea. Un bell’affare per gli organi di polizia e i militari impegnati a reprimere mobilitazioni di massa, scioperi e manifestazioni politiche, certamente crescenti, in un continente prostrato e lacerato da politiche neoliberiste che lo stanno mettendo al tappeto. Un bell’affare per i servizi segreti che potranno monitorare esperti di informatica, giornalisti, ricercatori, studenti universitari, disponendo di nuovi strumenti di arruolamento.
E’ giunto il momento di porci nuovamente la domanda che va ben oltre le ipotesi “complottiste” (e le accuse di “complottismo”) : Strage di Parigi, cui prodest ? Quali sono gli effetti? Si restringono gli spazi democratici, si militarizza lo Stato pseudo democratico europeo e si profilano nuove guerre all’orizzonte. Uno scenario niente male per quei leader politici che ipocritamente hanno sfilato pochi giorni fa a Parigi contro il terrorismo da loro stessi finanziato e armato. Gli Usa non mollano i loro progetti egemonici in Medio Oriente, Israele continua la pulizia etnica della Palestina, e Hollande cosa promette ad Obama ? Detto e fatto! Già si parla di un intervento francese nello Yemen. Ma la guerra costa, e chi la pagherà? Certamente ci saranno nuovi tagli allo Stato sociale e nuove compressioni salariali. Un appunto però è d’obbligo: circa un terzo dei lavoratori francesi sono nord-africani quindi, in buona parte, anche di fede islamica. Potrebbe aprirsi una contraddizione.
E’ proprio il caso di dire che la Strage di Parigi, in fin dei conti, è stata un bell’affare per molti, forse per troppi.