Nell’ora che precede la gincana del giorno stritolato da obblighi, vado bighellonando sulle notizie che si premurano di darci i giornalisti (il termine è generico lo so), scartando accuratamente le cavolate che sono la maggioranza, per appuntare l’attenzione a quelle che possono incidere sulle vite di noi vessati. Dopo un rapido sguardo alle mirabolanti novità sollecitate dalla pochade dei travestimenti che nel nostro paese avvengono, massimamente, sotto le elezioni, zampetto sulla controinformazione che avverto sempre più inane e impotente come un moscerino nelle spire di una lucertola tranquillamente appostata al sole, immobile in attesa del primo bocconcino che passi.
Una satura lanx assai sciatta si presenta ai miei occhi. Tuttavia la scorro non tanto per sapere, quanto piuttosto per capire dove vogliono arrivare. A dire il vero, il gioco mi è chiaro da decenni ormai, ma cambiando gli attori sullo stesso palcoscenico, è curioso seguire lo sforzo interpretativo di farci credere che la pigliata per i fondelli subirà qualche variazione.
Sì, signori miei. Un nuovo governo votato dagli speranzosi ad oltranza, avrà pur qualcosa di inedito da dire, da fare e, alle aspettative di chi furtivamente o manifestamente lo ha votato, si porrà come vindice delle umiliazioni e ingiustizie inflitte dal precedente. Lasciando stare destra e sinistra che si differenziano solo per i faccioni partecipanti alla sceneggiata, non sono affatto preoccupata dal pericolo per la democrazia, sommersa da un bel cumulo di abusi e violazioni, né per la nostra Costituzione in procinto di essere ufficialmente ritoccata per fare piacere ai secessionisti e, in più occasioni, elusa a seconda delle opportunità politiche e dei patti servili stretti con i leoni della foresta.
Per entrare nei fatti e nei nomi, so bene che la Meloni non smuoverà un bel nulla, e non vi è bisogno che lo si spieghi, ma, ripeto, mi diverte vederli in azione nelle maldestre arditezze spacciate per novità e cerottini ai maltorti subiti.
Quello che meglio si presta alla commediola è Crosetto che rintuzza gli attacchi delle zanzare pd o cinquestelle con una chiarezza apodittica per niente disprezzabile.
Mentre il gigante difende il governo da questa carica di cerbottane sparate per fare ammuina e ricominciare la danza delle illusioni dei buggerati e degli incazzati, ci sono i fatti carogna che suggerirebbero minor enfasi nel gioco delle parti. Parlano da sé. E poi, diamine, un po’ di ripasso e minore smemoratezza!
E allora sarebbe sufficiente, magari incaricando un bravo maestro/a all’antica se ancora si trova, spiegare agli italiani con il terzo debito pubblico più alto al mondo, perché continua ad aumentare, nonostante i super premiati Monti e Draghi, che ne fanno la Bce e Bankitalia dei nostri titoli di stato, a chi li vendono, chi ci guadagna e chi ci perde. Cose basilari.
E perché i cosiddetti servizi al cittadino di cui si fa carico lo stato – il welfare state – diminuiscono a vista d’occhio, con le falle riempite da volenterosi privati a peso d’oro.
Senza disperdersi nei meandri della burocrazia furbona, della magistratura con le cateratte, delle leggine ed emendamenti che infilano favori a pochi e fregature a tanti, del labirinto delle provvidenze a senso unico, sempre un bravo maestro/a dovrebbe spiegare , facillime, al popolo perché ci troviamo consegnati mani e piedi agli Stati Uniti, alla Nato e all’Ue. Magari potrebbe servirsi di schemini e disegnini che, per i più refrattari, di solito funzionano discretamente. Elementi basici.
Dopo un corso di poche lezioni, sempre il bravo maestro, servendosi di quella stampa che va per la maggiore, dovrebbe mettere a confronto la notizia dell’ipotesi delle pensioni minime a 600 euro, ma solo per gli over 75 giacché i 26 euri non si trovano per tutti. Mica il lusso della spesa di un giorno si può concedere a tutta la platea degli sciancati e questuanti con i denti saltati o dentiere traballanti, che tanto non possono neanche mangiare un pezzo di torrone per Natale, rischio rottura irreversibile. Questo per restare alle promesse/esca del governo in carica.
Infine per completare il quadretto, la foto della prima della Scala, con il palco di onore.
Il maestro /a, dopo un rapido calcolo dei gioielli e delle mise dei convenuti, probabilmente superiori agli 800 milioni necessari per alzare la pensione minima a tutti, dovrà dire chiaramente e definitivamente perché quelli in foto sono e saranno sempre i primi della scala e loro, cioè gli italiani fuori dal teatro, gli ultimi.
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