Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
“Ciechi. L’apprendista ha pensato: «Siamo ciechi», e si è seduto a scrivere per scrivere Cecità per ricordare a chi lo andasse a leggere che noi usiamo in modo perverso la ragione quando umiliamo la vita, che la dignità dell’essere umano è tutti i giorni insultata dai potenti del nostro mondo, che la menzogna universale ha preso il posto delle verità plurali, che l’uomo ha smesso di rispettare sé stesso quando ha perduto il rispetto che doveva al suo simile.”
José Saramago, Prolusione al discorso Nobel all’Accademia di Svezia, 7 dicembre 1998
La pandemia – senza entrare nell’uso del termine contestato da alcuni scienziati che la definiscono epidemia o sindemia – è sparita? No.Tutti coloro che dal monstrum Sars-Cov-2, per ragioni varie e disparate, hanno avuto e sperano di trarre vantaggi, affermano che bisogna tenere alta la guardia per un virus che ha molte varianti e sotto-varianti, meno pericolose della forma originaria e che circolano ancora tra noi.
Evitando di fare nomi di esperti, anche perché la rosa sarebbe ampia, si potrebbe credere a chi ha fatto un mucchio di soldi grazie al“morbo”? Si permetta di dubitare della buona fede e della sollecitudine verso la salute pubblica di chiunque, in questi tre anni, abbia accresciuto il suo patrimonio personale. A nessuno sfugge la potenza del vil denaro e a cosa può spingere l’esecranda fame dell’oro.
In quanto ai governi all’italiana, benché inimitabili per dabbenaggine e cinismo a detrimento dei cittadini, hanno allentato la morsa della paura ma la minaccia di una recrudescenza del virus è solo sospesa per la nuova carne al fuoco con cui stordire la gente, quali la questione energetica, scoppiata prima della guerra russo-ucraina, il caro-vita, l’inflazione, il clima e oscuri scenari futuri.
Doveroso tuttavia riconoscere all’attuale governo Meloni il fatto di essere intervenuto per il reintegro immediato del personale sanitario, sospeso dal lavoro e dallo stipendio sotto il governo Draghi. Piccoli passi al ristabilimento della giustizia verso uomini e donne, all’inizio spremuti nei reparti in prima linea contro il covid, dopo messi all’indice – in quanto colpevoli di rifiuto di vaccinazione – con un disprezzo che in questo paese non si riserva neanche ai rei di gravissimi delitti.
Timidi segnali del ripristino della vita di prima, quando non si era obbligati a esibire una tesserina (green pass) per essere considerato un cittadino italiano di serie A e non di B, uno stigma di schedatura per distinguere i cives vaccinati e obbedienti dai ribelli, i miscredenti nella Scienza impersonata dal profitto organizzato dell’oligopolio farmaceutico.
Intanto, si scopre che per sopperire alla mancanza di medici, negli ospedali pubblici si può ricorrere a cooperative private che mandano personale ” mercenario”, retribuito profumatamente, molto di più dei camici bianchi in servizio, ossia i cosiddetti medici a gettone. Un vero e proprio schifo, un precipizio verso la privatizzazione con ulteriori negative ricadute sui cittadini e sulla immagine e tenuta di uno dei sistemi sanitari fino a pochi anni fa, più ” welfarizzato ” d’Europa.
Orbene, a distanza di tre anni dall’inizio della pandemia, finalmente esce uno studio, il più ampio finora realizzato, da parte dell’Istituto per la Salute Globale di Barcellona che fa il punto sulla risposta mondiale al virus. Ne dà notizia il Tg Leonardo su Rai 3 il 4 novembre.
Tralasciando le tantissime ricerche, con saggi e articoli, condotte da scienziati non allineati alla parola d’ordine di chi controlla veramente la salute globale, in primis l’OMS, vediamo cosa è stato fatto in risposta al Sars-Cov- 2.
Da quel che si può ascoltare dalla giornalista del programma, indubbiamente risultano macroerrori commessi dai governi. Sfilano immagini di leader quali Bolsonaro, Trump, anche il nostro Conte. Non della von der Leyen, non di Draghi, non di Biden. Questi ultimi sono intoccabili per il dominio del progressismo liberal nelle reti pubbliche italiane, inginocchiato in rapimento estatico all’euro-atlantismo.
Non si deve stimolare nello spettatore nessuna correlazione tra la fallimentare gestione covid e lor signori al comando.
Torniamo ai macrospici sbagli di cui sopra che si racchiudono in mancanza di prevenzione, iniquità delle risposte sanitarie, risposte frammentate dei governi (in Italia, aggiungiamo, pure dai sottogoverni regionali), comunicazioni confuse, divergenti e fake news.
Bene. Visioni più critiche, problematiche, sprazzi di verità cominciano faticosamente ad affiorare dalla vischiosa palude delle versioni ufficiali, presentate come monolitiche e indiscutibili.
Ma non finiscono qui le defaillances dei governi e organismi preposti alla salute dei cittadini, globali e nazionali, giacché la giornalista, facendo intervenire un dottore dell’Università di Padova, va oltre, riferendosi sempre allo studio spagnolo.
I passi in corsivo di seguito, sono testuali.
La risposta al virus è stata efficace solo in pochi paesi: Corea del sud, Giappone, Australia, Cina che , per approcci diversi, hanno sempre applicato una prevenzione rigorosa alla diffusione del virus, sia prima sia dopo l’arrivo dei vaccini. Vaccini che sono stati poi distribuiti in modo iniquo e quasi solo al mondo occidentale , una delle risposte miopi individuate dallo studio.
Nell’intervento del dott. Roberto De Vogli si rimarca che questa pandemia va affrontata con una strategia di salute pubblica ma a livello globale, vista la risposta frammentaria anche all’interno dei singoli paesi.
La giornalista alterna: ai vaccini non sono state affiancate politiche di sostegno finanziario lasciando che la fetta di popolazione più disagiata subisse le conseguenze più gravi del contagio con la povertà a fare da moltiplicatore al virus. A ciò si è aggiunta una comunicazione medica senza regia unica con le tv piene di esperti con pareri divergenti. Un sistema spesso schizofrenico.
Di nuovo uno stacco sul dottore che parla di troppi tamponi, dell’dea che il virus fosse morto quando in realtà era solo un effetto di un lockdown e di attività preventive e così via. Messaggi che hanno provocato una esitazione vaccinale per diffidenza, opposizione o disinteresse che scontiamo ancora oggi con un bassissimo tasso di richiamo vaccinale pur disponibili. Errori da non ripetere perché la pandemia non è finita Ci sono molte cose da fare come una Scuola di Salute Pubblica- che in Italia non esiste – ad esempio la ventilazione nei locali chiusi. Inoltre rafforzare i sistemi sanitari invece di smantellarne gli aspetti territoriali come è stato fatto in anni di privatizzazione e austerità.
Riguardo a quest’ultimo passaggio, si ha la conferma di una sanità pubblica negli anni sottoposta a graduali e deliberate amputazioni a danno dei cittadini e a vantaggio esclusivo delle organizzazioni fameliche dei privati. Cose risapute, si dirà. Ripeterlo non fa male, seppur saperlo non assolve gli artefici del danno né noi cittadini che lo subiamo inermi.
Il servizio di tg Leonardo si ferma a evidenziare questi aspetti emersi dallo studio dell’Istituto della Salute Globale di Barcellona. Sarebbe interessante leggerlo tutto per vedere se si fa riferimento alle mancate o inappropriate cure per il virus. Un errore riconosciuto e di domino pubblico già da tempo a cui medici in resipiscenza professionale, hanno rimediato.
Quelli fedeli al giuramento di Ippocrate, hanno curato il covid da subito.
Altra curiosità sarebbe vedere se si affronta il punto (ma se ne dubita fortemente) dell’efficacia immunitaria dei vaccini e delle reazioni avverse.Trascurare questo aspetto renderebbe monca tale imponente indagine dal momento che il vaccino è stato considerato la carta vincente contro il rischio di contrarre il virus, la risposta unanime al suo contenimento.
Certo è che così come lo studio è stato sinteticamente illustrato,risulta incompleto con parziali ammissioni da cui la verità esce zoppa. Il che vanifica l’attesa di una giustizia verso chi ha intenzionalmente sbagliato.
Più corretto sarebbe dire le verità plurali, come suggerisce Saramago che di miopia e cecità della ragione se ne intendeva molto.
Fonte foto: QuiFinanza (da Google)