La vetero destra al governo non può che riproporre il suo vecchio armamentario ideologico di sempre che deve riuscire a coniugare con le politiche neoliberiste che gli vengono imposte e di cui è comunque sostenitrice. E proprio questa è la sua più grande contraddizione dalla quale non riuscirà ad uscire. Per la semplice (si fa per dire…) ragione che il sistema capitalista e imperialista (anche se oggi va di moda utilizzare la categoria di “globalismo”), giunto alla sua attuale fase di sviluppo, non è compatibile nè coniugabile, sia per ragioni ideologiche che pratiche (cioè economiche e politiche), con l’armamentario ideologico vetero e neo conservatore di cui la destra si fa alfiere.
E’ una contraddizione destinata a provocare un corto circuito che la porterà nel tempo a logorarsi anche perché al suo stesso interno è attraversata da spinte e controspinte in tal senso. Pensiamo alla difficile convivenza fra la parte liberista ed europeista della Lega non solo con FdI ma con l’ala “populista” della stessa Lega e naturalmente con Forza Italia, di fatto ideologicamente e politicamente contigua con il cosiddetto “terzo polo” di Calenda e Renzi e sostanzialmente anche con il PD. A tenere in piedi questa baracca che altrimenti non potrebbe stare in piedi è proprio la totale subalternità agli USA e alla NATO. E’ quest’ultima la garanzia della tenuta del governo, per lo meno fino a quando non si verranno a determinare le condizioni per un eventuale cambio della guardia.
E allora, dopo la dichiarazione di guerra ai rave party (dove le logiche securitarie vanno a mescolarsi con la tradizionale ipocrisia piccolo borghese e benpensante della destra neoconservatrice) e l’aumento del tetto del contante (peraltro ridimensionato rispetto agli squilli di tromba iniziali), non poteva che essere la volta dell’immigrazione, da sempre uno dei principali cavalli di battaglia della destra. La quale – come d’altronde la “sinistra” che si limita ad una lettura “buonista” e politicamente corretta della questione – non è nelle condizioni di spiegare le ragioni che generano questo fenomeno che è strutturale al sistema capitalista (e imperialista) per il semplice motivo che è (come la “sinistra”) parte integrante del sistema.
Al di là della polemica con l’UE e con la Francia in particolare sulla necessità di ridistribuire le quote dei migranti in tutti i paesi europei che – ferme restando le contraddizioni strutturali di cui sopra – ha una sua ragion d’essere, la nuova linea adottata, soprattutto dal punto di vista ideologico, è quella dell’accoglienza dei fragili e dell’esclusione dei “non fragili”.
Ora, un piccolo esercizio socratico. Provate un po’ ad indovinare chi sarebbero i “non fragili”? Non è difficile, dai…
Come vediamo, anche la destra ripropone e interpreta a suo modo i parametri ideologici politicamente corretti della “sinistra” e del fronte neoliberale (anche se li fa entrare dalla porta di servizio invece che da quella principale, come fa invece la “sinistra”…) in base ai quali i fragili possono essere tratti in salvo e fatti sbarcare mentre i “non fragili” possono pure continuare ad andare ramenghi per il Mediterraneo oppure annegare. Insomma, i sommersi e i salvati.
Del resto, non è una novità e non è un modo di approcciare il problema solo della destra. Ricordo bene che alcuni anni fa Lucia Annunziata, uno dei principali tromboni mediatici del salotto della “sinistra” funzionale, dopo i fatti di Colonia in cui alcune donne furono molestate durante i festeggiamenti in piazza l’ultimo dell’anno da alcuni immigrati, dichiarò a gran voce che le donne e i bambini migranti devono essere accolte/i senza se e senza ma mentre gli uomini dovrebbero essere sottoposti ad un periodo di rieducazione di due anni (presumo in un luogo “sicuro” e “protetto, ca va sans dire, magari un centro di accoglienza, leggi detenzione?…) prima di permettergli di entrare per fargli capire come funzionano le cose in questo paese.
Ciò detto, la mia opinione, ovviamente, è che tutti debbano essere salvati, fragili e “non fragili”, a meno che non si pensi che esistano essere umani sacrificabili rispetto ad altri. Ho il dubbio birichino che ancora il modo di pensare sia questo, a destra come a “sinistra”, in barba ai (sacrosanti) principi di eguaglianza di tutti gli esseri umani sanciti peraltro dalla nostra Costituzione.
Come vediamo, l’ipocrisia si mescola, trasversalmente, alle contraddizioni.
Fonte foto: Vatican News (da Google)