La dottrina di Elon Musk: transumanesimo e multipolarismo. Una opportunità per Putin?

Il capitalista Elon Musk, l’uomo più ricco del pianeta (durante la pandemia ha incrementato i propri profitti del 70%) e l’architetto del golpe del litio in Bolivia nel 2019, è entrato in rotta di collisione con i nazisti neocons per aver proposto una soluzione diplomatica alla guerra di Kiev (aggressore strategico) contro Mosca (aggressore tattico). Tutto questo non fa di Musk un antimilitarista, ma rende evidente un processo in corso da alcuni anni: una parte della borghesia ‘’cosmopolita’’, di fronte alla nuova debolezza militare della Nato, sta cercando di declinare in termini neoliberisti la costruzione dell’Eurasia, passando con Mosca e Pechino.

I sostenitori della ‘’guerra eterna’’ hanno accusato il padrone di Tesla e SpaceX di essere un ‘’agente russo ‘’, un’ accusa demenziale che ribadisce per l’ennesima volta il ruolo dei social media nella guerra ‘’di quarta generazione’’: Musk è prossimo ad acquistare Twitter e questo gli consentirebbe d’orientare, con tutta probabilità verso l’establishment trumpiano, una parte rilevante dei consensi in vista delle presidenziali statunitensi del 2024. Un ‘’piano intelligente’’ che andrebbe a favorire l’alternanza del potere all’interno del complesso militare-industriale USA, tutto in nome del binomio affari/profitto, la stessa logica perversa che ha mosso i nazisti-evangelici in Bolivia nel 2019: diplomazia/militarismo, ai vertici dello stato profondo, sono due facce della stessa medaglia per preservare la proiezione unilaterale del Pentagono.

Elon Musk ha avuto un duro scontro, proprio su Twitter, col fantoccio ucraino Zelensky: il multimiliardario, avendo accesso a tutti i messaggi scambiati dalle autorità ucraine su Starlink (azienda di cui è amministratore delegato), ha preso posizione a favore del riconoscimento della Crimea e del Donbass in quanto province russe. Qualora lo scontro fra il padrone di Tesla ed i nazisti neocons dovesse acuirsi, Kiev crollerà militarmente nel giro di pochissimi giorni. In questo, ma soltanto in questo, la linea Musk rappresenta positivamente una opportunità unica.

L’analista strategico Andrew Korybko ha colto alcuni aspetti centrali della questione:

‘’Considerando tutto ciò che è accaduto di recente, non c’è dubbio che Musk abbia assunto un ruolo di primo piano nel conflitto ucraino. Per il semplice fatto di essere la persona più ricca del pianeta e di essere di nuovo in procinto di acquistare Twitter, la principale piattaforma di social media al mondo, ha già un’immensa influenza globale. Se si considera il ruolo indispensabile di Starlink nel mantenere le comunicazioni militari di Kiev nel corso della guerra per procura contro la Russia condotta dagli Stati Uniti e la sua proposta di pace, è chiaro che si tratta di una forza da non sottovalutare.’’ 1

‘’In realtà, come ha rivelato la CNN, SpaceX aveva già inviato al Pentagono una lettera prima di quello scambio online, chiedendo di pagare il conto. I suoi piani commerciali, quindi, non erano ovviamente una reazione a quel diplomatico sboccato, anche se apparentemente si è divertito a suggerire scherzosamente che lo fossero per fare un punto di principio sul non mordere proverbialmente la mano che sta letteralmente fornendo alla propria parte le indispensabili comunicazioni satellitari. La reazione eccessiva che ha avuto la sua proposta di pace ha avuto anche un altro scopo, anche se involontario, ed è stato quello di mettere in luce la brama di guerra.’’ (Ibidem)

Con tutta probabilità Musk si è reso conto che la guerra atlantista contro l’Eurasia non gli ha portato i profitti sperati, ragion per cui (con spirito trumpiano) ha chiesto giustamente al Pentagono di pagargli il conto. La promozione dell’immagine del filantropo tyocon, contrapposta a quella del filantropo neocons interessata soltanto ai ‘’bombardamenti etici’’, potrebbe favorire la ricandidatura di Trump: dismettere la guerra termonucleare e rilanciare la guerra commerciale la quale provoca meno morti, ma pur sempre di morti si tratta.

L’intervento di Elon Musk potrebbe essere compendiato nel ruolo combinato dei social media col complesso militare-industriale nel provocare le ‘’guerre eterne’’: una parte dell’oligarchia finanziaria USA è stanca di subire perdite a causa dei deliri neocons, quindi preferirebbe una pax imperialista che la metterebbe al riparo da nuove possibili Rivoluzioni socialiste. Trasformare Russia e Cina in potenze capitaliste tout court, magari funzionali ad una spartizione bipolare del mondo, invece di sprofondare nella catastrofe nucleare. Il transumanesimo è una ideologia anglofila esportabile, attraverso la colonizzazione del mondo, anche nell’Eurasia: non tutte le forze che, in questo momento, criticano Washington guardano al passaggio ad una economia pianificata ed al superamento del capitalismo. Non è la soluzione che gli antifascisti russi si auspicano: nessuno ha il diritto di chiedere il disarmo di una Resistenza antimperialista. Il ruolo di Elon Musk nel conflitto ucraino presenta opportunità uniche, ma non per la classe operaia.

 

Il delirio d’onnipotenza dell’UE porterà alla decomposizione della propria classe borghese

L’UE è prossima al delirio per ‘’impotenza acquisita’’. Il ‘’capo’’ dell’inesistente politica estera europea, Joseph Borrell, ha mostrato una mentalità neocoloniale in una invettiva razzista affermando che ‘’il mondo ha bisogno dell’Europa’’ come ‘’faro’’ e ‘’bellissimo giardino ‘’ per civilizzare la ‘’giungla’’ del Sud globale 2. Ha ragione il giornalista investigativo Michel Collon: la civiltà occidentale è una civiltà di ladri.

Secondo Borrell l’Occidente, aumentando i finanziamenti all’industria bellica, dovrebbe accelerare la transizione al Grande Reset provocando un ‘’cambio di regime’’ in Russia ed integrandola forzatamente nel sistema imperialista mondiale guidato da Washington. L’’’impotenza concreta’’ dell’oligarchia europeista ci sta portando verso l’Armageddon nucleare, una prospettiva diametralmente opposta a quella d’un affarista visionario come Musk interessato allo sfruttamento capitalista ‘’di quarta generazione’’ (transumanesimo), ma anche a preservare le aree geopolitiche per investire capitali e delocalizzare a basso costo.

Il conflitto ucraino sta portando all’auspicabile decomposizione del capitalismo USA. La dissezione interna, per gli Stati (dis)Uniti è prossima. Crollata Washington, il mondo entrerà in una nuova fase di lotte antimperialiste che devono gettare tutte le ideologie che generano oppressione nella ‘’spazzatura della storia’’.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-korybko__il_ruolo_di_elon_musk_nel_conflitto_ucraino_presenta_opportunit_uniche/37948_47590/

https://multipolarista.com/2022/10/15/eu-europe-garden-jungle/?fbclid=IwAR30R4spxbGmuGDSU6BggiSC-MlN7HD8pTeXRVxArTFmB-_Z0Y5XX-cFooo

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FOnte foto: da Google

2 commenti per “La dottrina di Elon Musk: transumanesimo e multipolarismo. Una opportunità per Putin?

  1. gino
    19 Ottobre 2022 at 14:54

    intanto in francia sono scesi in piazza in 300.000 (pure con pesanti scontri con gli sbirri).
    a roma quanti eravate, 300? manca il “-mila”…

  2. Paolo
    19 Ottobre 2022 at 17:45

    Elon Musk, con la sua vita libertineggiante, è vicino alle idee della destra “libertarian” americana, quindi allergico sia al politically correct liberal e radical che al moralismo tradizionalista della destra religiosa che al messianesimo neocons.
    Con Trump tempo fa si è scontrato duramente, e come si posizionerà alle prossime presidenziali è tutto da vedere.

    Ma è prima di tutto un uomo d’affari, e, per la natura stessa di buona parte dei sui business, Musk è legato a doppio filo al Pentagono, e su richiesta ha messo subito a disposizione Starlink all’esercito ucraino.
    Di recente lo ha tolto per qualche giorno per poi riattivarlo. Le motivazioni economiche, meno che briciole per lui, erano evidente fumo negli occhi.
    Allora la domanda è: perchè il Pentagono gli ha fatto fare questa mossa, in parallelo a una proposta di soluzione del conflitto dall’apparenza bizzarra?

    Da quel che ho capito dalla lettura di analisi geopolitiche e militari, con la breve sospensione di Starlink il Pentagono ha voluto dare un assaggio delle più generali conseguenze dell’eventuale cessazione dell’appoggio informativo americano dallo spazio.
    I satelliti americani passano ogni poche ore e mostrano sui monitor dei militari ucraini quasi in tempo reale posizione e movimenti delle forze russe, a loro volta supportate da pochi satelliti che passano in media sulla zona solo una volta la settimana.
    Un enorme fattore di successo informativo per l’esercito ucraino che sembra chiarire il messaggio mandato dal Pentagono attraverso Musk. Anche agli ucraini, ma soprattutto ad altri soggetti ben più rilevanti.

    La linea – ritenuta irrazionale dal Pentagono – di puntare alla sconfitta totale della Russia, e alla sua disintegrazione sul modello dell’Urss, perseguita da britannici, nordici, baltici ed estici (a parte l’Ungheria) e da una corrente minoritaria degli apparati americani, non piace al Pentagono (e alla parte dominante degli apparati americani in generale) per i rischi ingovernabili di una frammentazione degli armamenti nucleari localizzati nelle 22 repubbliche autonome, e in generale nella parte asiatica della Federazione Russa.

    Dal punto di vista del Pentagono sarebbero già stati ottenuti gli obiettivi razionali di staccare la Russia dall’Europa (in particolare dalla Germania), di far entrare Finlandia e Svezia nella Nato, di ricompattarne i paesi membri sotto l’egemonia americana e di rilanciarne la missione, di estenderne nel summit di giugno il raggio d’azione da europeo a globale (con gli alleati asiatici) con la dichiarazione della Cina “avversario strategico” dell’alleanza in quel teatro dell’Indo-Pacifico che è il reale primario interesse americano, di aver esibito in Ucraina di fronte alla Cina la predominanza tecnologica e spaziale americana come deterrenza per un attacco a Taiwan.

    Dal punto di vista del Pentagono sarebbe quindi preferibile consolidare questi risultati con una stabilizzazione del fronte, che tenga sì la Russia impegnata e indebolita ma non spinta verso il pericoloso rischio disintegrazione perseguito dai massimalisti nordico-estici perseguendo il ripristino dei confini del 1991 sognato dagli ucraini, che rappresenterebbe una disfatta con gravi pericoli per l’unità della Federazione. Mentre continuano i contatti sotterranei tra gli apparati americani e russi, Musk sarebbe stato usato per segnalare agli alleati massimalisti di darsi una calmata mostrandogli che senza lo zio Sam non vanno lontano.

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