Tanti auguri! Il 2014 è stato un anno orrendo lo so! I media continuano col dire che la crisi sta passando, ma noi lo vediamo sulla nostra pelle che ciò non è vero. Disoccupazione giovanile stabile oltre il 45%, quella generale oltre il 13, il ceto medio si proletarizza pian pianino e i prezzi tendono a scendere causa abbassamento della domanda. Ciò forse è l’unica nota positiva del momento. Fatto sta che non si trova lavoro, soprattutto in queste zone più disastrate della nostra italietta capitalista, e intanto l’emigrazione sale. Aumentando l’emigrazione, logicamente diminuisce la domanda di lavoro e quindi, i nostri fantastici grandi imprenditori pensano solertemente di rimpiazzare forza lavoro dall’estero consentendo flussi continui di persone ancora più sfortunate di noi. Quanto è ingiusto che noi poveri giovani italiani siamo costretti ad “evadere” da questa gabbia di matti, tanto è ingiusto che i poveri amici africani ed asiatici siano costretti, per cercare lavoro, a lasciare le loro famiglie, le loro mogli, i loro figli, e stabilirsi in Europa. Perchè non dico in Italia? Suvvia! Chi vorrebbe oggi emigrare da uno stato in cui non c’è possibilità di lavoro stabile, per trasferirsi in un altro simile? La realtà è che siamo così indietro che neanche gli immigrati ci calcolano. Tempo addietro vissi per un mesetto circa a Bruxelles… li alcuni quartieri erano interamente popolati da extracomunitari! C’erano marocchini, algerini e altre popolazioni del nord… Africa! La verità è che in molti partono per le più svariate zone dell’Europa settentrionale dove trovano già famigliari pronti ad accoglierli ma non riescono a passare per sbarramento degli altri paesi o per il trattenimento della nostra magica classe “”compradora”.
Eh si. E’ inutile che voi, poveri illusi italiani (come il sottoscritto, nessuno escluso) vi scagliate contro l’immigrato osannando il Salvini o l’ultra xenofobo di turno! Sono gli stessi che sono appoggiati dalla stessa borghesia compradora che “contratta” per avere in Italia i vostri “NEMICI”. Cos’è il trattato di Shengen se non la decisione di distruggere le barriere doganali per quel che riguarda il mercato del lavoro? Esatto. Per mercato del lavoro dobbiamo però riferirci al pensiero marxista-leninista. Ebbene si, già Marx si interessò ed analizzò il problema. In regime capitalistico infatti nel mercato non ci sono solo le materie prime (carbone gas metalli e quant’altro), macchinari e terreni (i marxiani mezzi di produzione), prodotti finiti! Sul mercato ci siamo anche noi, poveri sfigati di turno che siamo costretti, come diceva sempre il simpatico baffuto di Treviri, a prestare la nostra forza lavoro dietro compenso salariale. Come già detto l’emigrazione crea buchi di domanda e questo trattato permette quindi la libera circolazione di genti, riappianando quindi questi buchi, e di conseguenza riappianando la domanda di lavoro che, se diminuisce, potrebbe addirittura portare ad un’impennata di scioperi, del salario, nonché alla lotta sociale per i diritti dei lavoratori tutti.
Logicamente, tutto parte dalla globalizzazione, che è l’ultimo stadio della fase imperialista e monopolista del capitalismo, teoria di leniniana memoria di cui non è necessario parlare, tanto è famosa e conosciuta! Ebbene il surplus di produzione, che tende sempre a raggiungere il profitto massimo, porta ad invadere i mercati esteri facendo fallire la piccola borghesia con susseguente aumento di disoccupazione e quindi emigrazione. Quando i disgraziati invece capiscono ciò che succede, ecco che la democrazia esporta i suoi principi. Perciò il mio augurio di buon anno va si a voi, ma soprattutto a loro. Parlo logicamente di un popolo indomito che, vedendosi restringere i propri diritti sia dal punto di vista etnico (negazione di lingua madre a livello statale, persecuzione etnica) che economico (sarebbero finiti disgraziatamente come noi sotto la morsa dell’imperialismo USA/UE per il gas scisto e dei tentacoli finanziari della troika) ha giustamente imbracciato le armi coalizzandosi tra comunisti, nazionalisti e monarchici, ricevendo aiuti dall’esterno come ad esempio i cetnici serbi, ma anche ingenti aiuti umanitari dalla Russia come del resto da un certo internazionalismo comunista (ma anche in un certo senso nazionalista) che raggruppa volontari stranieri sotto un’unica bandiera, quella della Novorussia, quella delle repubbliche di Lugansk e di Donetsk! Un esercito proletario dove combattono minatori ed operai, come l’armata rossa dei bei tempi. Gente che protegge le loro famiglie, i loro cari, le loro case, la propria libertà. Dall’altro lato c’è l’esercito ucraino che grazie al golpe è in mano non più ai cioccolatai sionisti indigeni, ma grazie ai permessi di Yatseniuk a livello statale, i peggiori elementi rappresentanti la finanza occidentale si sono installati nei posti di governo decretando de facto la fine dell’indipendenza ucraina. Questo esercito non rappresenta più il popolo ucraino e la sua volontà (inutile dire che in regime capitalistico i media e quindi l’opinione pubblica è in mano a chi comanda) ma quella dei sionisti, dei grandi capitalisti occidentali, della finanza, israeliana, europea e degli USA. Oltre la distruzione a livello nazionale e culturale della minoranza russa nell’est Ucraina (dove i cioccolatari ucraini si servono delle squadracce naziste di Pravyi Sektor targate gladio per portare rappresaglie contro tutto ciò che è sacro, come la libertà e la vita), c’è anche quella economica, con l’installazione dell’UE (classe dominante organizzata a livello europeo che gestisce anche i flussi migratori e schiaccia la massa disorganizzata dei lavoratori), del FMI e dell’austerità, delle leggi che metteranno i paletti alle loro produzioni in surplus (nel Donbass ci sono tra le più grandi miniere, ad esempio di carbone), all’apertura senza freno dei mercati e quindi, come già detto, disoccupazione, emigrazione e via dicendo.
Vogliamo parlare dunque di FMI (Fondo Monetario Internazionale) e di austerità? Sono gli ultimi strumenti della borghesia finanziaria per schiacciare le ultime velleità economiche dei ceti medi e bassi. Con un certosino lavoro mediatico, si spinge la popolazione ad accettare supinamente i dictat dei grandi padroni che strangolano con la scusa dei debiti gli stati sovrani. Non pensiate che l’Europa si possa riformare. Come si fa a riformare un ente creato per fare appositamente una certa cosa? Come si può riformare un ente che si regge solo ed esclusivamente sui grandi capitali dei capitalisti? Sarebbe negare la sua natura! Ecco che quindi l’UE con tutti i trattati, e non solo l’Euro, va distrutta e il tutto va sostituito, a livello nazionale e non europeo, da stati popolari finalmente sovrani (quindi serve anche l’uscita dalla Nato) e di conseguenza con un nuovo metodo di produzione e distribuzione. Il socialismo.
Tornando al discorso di prima noi non vogliamo che gli ucraini siano costretti ad abbandonare le proprie case e a trasferirsi qui, o che i russi del Donbass si rifugino in Russia. Noi non siamo ne i grandi capitalisti che si sfregano le mani quando c’è l’immigrazione nè i “sinistrati” a cui piace il multiculturalismo. Noi siamo per i diritti di tutti. Noi comunisti siamo per i diritti collettivi. Noi non siamo preminentemente per i diritti civili. Noi siamo soprattutto per quelli sociali. Ecco perchè noi comunisti preferiamo una Novorussia in cui non ci sia ne la Coca Cola, ne diritti inutili, in una situazione del genere, come quelli gender. Ma vogliamo una Novorussia in cui ci sia lavoro, libertà soprattutto di rimanere con i propri cari. Ecco perchè auguro a questi indomiti combattenti (inutile dire che ho ed abbiamo tanto da imparare da loro) non solo un buon anno ma di ritrovare la libertà entro quantomeno dicembre e di liberarsi da questo cancro mondiale che è l’imperialismo occidentale. Bene… abbasso il pessimismo. Se noi in occidente riuscissimo finalmente a ritrovare il bandolo della matassa, a tornare a ragionare senza sentire le ingerenze fondamentali che vengono dall’occidente, bene allora sarebbe il primo passo per ritrovare una nostra sovranità popolare e quindi stabilità, libertà e ricchezza! Oltretutto il 2014, nota positiva, ha visto il sorpasso del PIL nominale cinese su quello americano nonché l’istituzione di una nuova banca mondiale, quella dei Brics. Ora non saremo più costretti ad accettare passivamente lo strozzinaggio occidentale ma potremo quantomeno barcamenarci tra occidente ed oriente per trovare le offerte migliori. Qualche spiraglio c’è! Tanti auguri!