Mi dispiace, devo essere onesto, a pochi giorni dal voto, dover fare una dichiarazione pubblica contro una lista che si autodefinisce “antagonista” (anche se a mio parere non lo è affatto) e all’interno della quale militano tanti miei vecchi amici/che e compagni, ma non posso farne a meno. Fin dall’inizio, con qualche rarissima eccezione (leggi le tendenze “trumpiste” di Italexit di Paragone) avevo deciso di non aprire polemiche con le liste considerate “antagoniste” o “antisistema”, in favore di una fiera battaglia contro i partiti di sistema e in particolare i due schieramenti di centrodestra e centrosinistra che ne costituiscono l’asse portante. Ma, come dicevo, c’è un limite a tutto.
Unione Popolare propone di cancellare la legge 54 del 2006 sull’affido condiviso, peraltro sistematicamente disattesa, come ormai ampiamente e drammaticamente noto, soprattutto ai diretti interessati.
E’ evidente come le compagne e i compagni di Unione Popolare siano del tutto indifferenti alla condizione di centinaia di migliaia di padri separati ridotti in uno stato di povertà materiale e di prostrazione psicologica, gettati molto spesso in mezzo ad una strada e costretti a ricorrere alla Caritas o addirittura a dormire nella propria automobile, separati dai figli e in moltissimi casi impossibilitati ad incontrarli perché falsamente denunciati (come dimostrano le statistiche, i numeri e le sentenze) per molestie o violenze mai commesse al fine di ottenere vantaggi in sede giudiziale, con la complicità diretta di uno stuolo di avvocati e avvocatesse senza scrupoli e quella indiretta (ma altrettanto grave) di giudici ideologicamente condizionati e orientati.
Prigioniere/i delle loro gabbie ideologiche dalle quali non possono e non vogliono uscire, continuano a deformare la realtà e a osservare il mondo a senso unico, o meglio dal loro buco della serratura.
Per loro gli uomini sono sempre colpevoli e privilegiati per definizione, e le donne sempre vittime e discriminate, sempre per definizione. Una visione tanto distorta quanto sessista, di cui non sono neanche consapevoli tanto sono accecati, che li vede in totale simbiosi con la narrazione mediatica-ideologica dominante e in particolare con quella che fa riferimento al carrozzone neoliberale, PD in testa, che loro stessi dicono di voler contrastare. Una contraddizione macroscopica che solo le lenti deformate dell’ideologia possono occultare. Non c’è nulla di dialettico, nulla di logico e nulla di razionale in questo modo di porsi. Si tratta di un atteggiamento di tipo religioso, un postulato ideologico elevato a Verità Assoluta, a-storico, a-dialettico e a-temporale. Nulla si può contro cotanto muro di gomma se non individuarlo, segnalarlo e stigmatizzarlo.
Lontani ormai anni luce dalle periferie, dai luoghi di lavoro, dai ceti popolari, continuano a suonare l’unica nota che suonano da almeno quarant’anni a questa parte, finendo per essere sempre più isolati e anche decisamente patetici, diciamoci la verità.
Se la destra vincerà le elezioni, ottenendo larghi consensi fra i ceti popolari, sarà anche e soprattutto per colpa loro.