Riflessioni post-elettorali in libertà

Può darsi anche che mi sbagli perché non ho la sfera magica né tanto meno ho il dono dell’infallibilità, però credo che la frattura che si sta consumando fra Meloni e Salvini non sia un incidente passeggero o soltanto un escamotage da parte di quest’ultimo per recuperare, sia pure parzialmente, quei consensi che gli ha “rubato” proprio la Meloni.

Non c’è dubbio sul fatto che Salvini si stia giocando le sue carte, ma se le sta giocando su un piano assai rischioso, diciamo pure dirimente, che è quello delle sanzioni alla Russia (e quindi del rapporto con l’Alleanza Atlantica e gli USA). Non c’è possibilità di mediazione su questo, perché o si sta da una parte o dall’altra. La Meloni, infatti, lo ha capito perfettamente e ha assunto una posizione ultra filo atlantica, senza se e senza ma. Ha peraltro capito che il suo elettorato – compreso quello che ha sfilato alla Lega – la seguirà comunque, non solo gli atlantisti convinti, ovviamente, ma anche quelli che lo sono meno e che ritengono troppo più importante raggiungere il risultato.

Ma questa non è una faccenduola da poco e il fatto che sia emersa in piena campagna elettorale, ancor prima della probabile vittoria del centrodestra, mi fa pensare. E mi fa riflettere sul fatto che forse Salvini stia già pensando di smarcarsi dopo le elezioni (non sono in grado di prevedere i tempi…) per tornare all’opposizione, al fine continuare ad avere un ruolo politico di un certo rilievo avendo ormai perso da tempo ogni speranza di diventare il leader della coalizione, anche scontando una probabile scissione da parte dell’ala più governista e moderata del suo partito (Giorgetti, Zaia, e amministratori vari).

Il possibile scenario, a quel punto, potrebbe essere dunque quello di un governo semi-emergenziale (tanto ormai siamo da tempo in una sorta di emergenzialismo endemico e permanente) e di “larghe intese”, diciamo così, con l’appoggio di un vasto arco di forze politiche. La Meloni potrebbe essere comunque premier ma con un governo formato non da fedelissimi del suo partito o scelti da lei ma da una serie di esponenti di un certo profilo istituzionale (e anche tecnici) ben visti dall’establishment europeo e soprattutto americano.

Faccio questa riflessione perché non credo che un governo di “destra-destra”, come si suol dire, anche laddove riuscisse ad insediarsi e a governare per un certo lasso di tempo, possa durare a lungo.

Staremo a vedere.

I nemici del Green Pass contesi da Salvini e Meloni. In palio 6 milioni di  voti - la Repubblica

Fonte foto: La Repubblica (da Google)

 

2 commenti per “Riflessioni post-elettorali in libertà

  1. Gian Marco Martignoni
    11 Settembre 2022 at 22:03

    Come è noto la vecchia guardia che si rifà a Maroni e Giorgetti non è stata ricandidata per tre ragioni : in primo luogo con la riduzione dei parlamentari Salvini ha scelto i suoi fedelissimi ; Salvini è ben cosciente che molti dei suoi militanti e una bella fetta dell’elettorato leghista è passato con la Meloni ; inoltre ha capito che la sua credibilità è ai minimi storici, per cui, inevitabilmente si aggrappa al potere che detiene nel partito, nella consapevolezza – è l’unico punto in cui dissento da Fabrizio – che la Lega è lui punto e a capo. Il giudizio su di lui da parte della vecchia guardia è pesantissimo : abito a Varese, per cui ho notizie certe di prima mano. Ma oltre al giudizio, no si muoverà nulla al di fuori del perimetro della Lega .De Benedetti sostiene che sarà Berlusconi a rompere…vedremo se e come.Fabrizio ha ragione su un punto : la Meloni eseguirà i compiti richiesti da Cernobbio e dagli altri vari poteri forti, anche nella scelta della squadra di governo.Salvini può essere che perda di nuovo la testa, e pertanto, stiamo a vedere cosa succederà, in quanto la Meloni non gli concederà nè la flat tax, nè l’autonomia differenziata, tanto meno il ministero degli interni.Non fasciamoci la testa.

  2. David
    14 Settembre 2022 at 21:54

    Può darsi che oltre a questo Salvini voglia preservare contatti con la Russia ,e mantenere un ruolo maggiormente” populista” che data la maggiore circolazione delle informazioni e poco compatibile col servilismo atlantista dell’alleata.
    C’è anche da considerare che buona parte delle imprese piccole e medie e d in generale della base leghista del nord Italia ci ha rimesso parecchio con questa pandemia e poi con guerra e sanzioni e inizi ad avere sui coglioni l’asse (implicito ma sempre meno)tra l’atlantismo post missino e centralista e l’europeismo atlantista del PD,che si è già visto essere due retoriche per la stessa politica

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