La nostra cara amica e compagna, Rita Chiavoni, ci ha lasciati ieri all’età di 69 anni, in seguito ad una malattia che l’aveva colpita alcuni anni fa.
E’ una grave perdita per tutti noi che l’abbiamo conosciuta, le abbiamo voluto bene (come non volergliene?…) e con la quale abbiamo combattuto le stesse battaglie, condiviso le stesse idee, lo stesso modo di vedere e sentire il mondo, di interpretarlo e possibilmente trasformarlo.
Ed è una grave perdita per me, personalmente, perché fra noi c’era un’amicizia sincera, profonda, cementata da una condivisione totale sulla vita e sul mondo. Il vuoto da lei lasciato sarà per me incolmabile.
Rita era una persona molto dolce e simpatica, una persona molto buona, sincera, trasparente, sempre protesa verso gli altri, dotata di una intelligenza vivace e di una grande ironia che l’ha accompagnata fino alla fine dei suoi giorni. Mi aveva telefonato alcuni giorni fa, mentre ero in vacanza in Puglia, e avevo capito che si trattava di una sorta di estremo saluto, perché sapeva che da lì a poco se ne sarebbe andata. Le ho detto:”Rita, mi raccomando!” e lei mi ha risposto come sempre ironicamente:” A Fabrì, che te voi raccomandà…”, perfettamente consapevole, ovviamente, del suo stato di salute. Al che le ho risposto:”Tieni duro, domani stesso parto e vengo a trovarti”. E lei:”E certo, te pare che te mollo così…”. Mi è venuta alla mente spontaneamente la scena finale e commovente di un grande film che forse alcuni di voi hanno visto, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, dove il grande indiano dice al suo amico Randall Mc Murphy “Non ti lascio qui, così, ti porto con me”.
Sono rientrato e ho potuto salutarla, ancora arzilla e di bell’aspetto, nonostante le sue condizioni. Il sorriso era sempre lo stesso, abbiamo chiacchierato come se nulla fosse e la prima cosa che le ho detto è stata “Rita, ma ti trovo benissimo!”. E lei ha risposto con un gesto e un’espressione, come a dire “Che te devo dì, in effetti…”.
Ieri mattina è entrata in coma e ieri sera si è spenta.
Era una donna straordinaria, senza alcuna retorica. Figlia di una famiglia molto povera, colpita fin dalla nascita da una malformazione ad una gamba (pur essendo una donna molto bella), ha superato tutte le asperità e gli ostacoli della vita, ha studiato, è diventata un medico e una psicanalista, ha lavorato per tanti anni in ospedale e ha aiutato tante, tante persone a sopportare meglio l’esistenza. Ha costruito una bella famiglia, con il suo marito e compagno di una vita Enrico hanno avuto un figlio, Michele, che oggi è un giovane uomo di trentaquattro anni che fa il musicista.
Impegnata politicamente per tutta la sua vita, militante comunista da sempre, ma mai dogmatica, eretica per indole e per carattere, capace di leggere la realtà in modo dialettico e fuori da ogni liturgia, senza nessun timore di affrontare argomenti considerati dai più come dei tabù. Per questo ci siamo avvicinati l’uno all’altra. Mi ha sempre sostenuto in tutte le mie battaglie politiche e ideologiche, perché erano le stesse in cui lei credeva, con grande coraggio. Una combattente nata che univa forza, intelligenza, capacità critica, amore e ironia. E scusate se è poco.
E’ un momento di grande tristezza per i suoi cari, per me personalmente, per tutti i suoi amici e amiche e per tutti coloro che l’hanno conosciuta e inevitabilmente apprezzata.
Ma lei non avrebbe voluto che piangessimo ma che la ricordassimo con leggerezza e amore.
Una persona giusta, che non ha rimorsi, può affrontare anche la prova suprema con grande serenità. E così è stato.
Cara Rita, la Terra ti sarà sicuramente lieve e il Cielo ti accoglierà come una figlia. Ti vogliamo bene, te ne vorremo sempre e sarai sempre nei nostri cuori. Siamo certi che veglierai su tutti noi. Ne abbiamo bisogno.
Un grande abbraccio!
(Fabrizio Marchi)
P.S. le esequie, per chi potrà/vorrà partecipare, si terranno in forma laica domani mattina, 25 agosto, dalle ore 9 alle ore 14 presso la sua abitazione in Via dei Monti 25 a Canale Monterano, vicino Manziana.