Il declino occidentale ha visto all’interno del capitalismo senile, principalmente nord-americano, la rinascita del nazismo-evangelico, non come controrivoluzione preventiva, in quanto modalità di gestione del potere politico: lo ‘’stato profondo ‘’ si è sovrapposto alle borghesie nazionali tradizionali, assimilando la prassi operativa delle intelligence a quella della Gestapo. Ha ragione Putin, è necessario impedire la rinascita del fascismo.
La dittatura liberista-cattolico-fascista di Kiev è una pedina di Washington nella globalizzazione della russofobia, nonostante ciò il fascismo dei paesi periferici inglobati nel ‘’cortile di casa’’ statunitense deve essere inquadrato come un fenomeno globale. Il golpismo sudamericano, il nazionalismo induista e l’autoritarismo asiatico sono il piede di porco della neocolonizzazione anglosassone, non per mantenere una situazione di dipendenza ma per rilanciare la dottrina della ‘’guerra eterna’’ nel mondo. Il fascismo è la fase suprema dell’imperialismo del ventunesimo secolo.
Per quanto riguarda il ritorno del nazismo nelle potenze capitaliste di ‘’prima fascia’’, gli USA hanno raccolto l’eredità della Germania nazista proiettando le tesi di Hitler sulla soluzione finale nello sterminio delle popolazioni musulmane nel ‘’Medio Oriente allargato’’: Yemen, Palestina, Afghanistan, America Latina sono le ‘’popolazioni di scarto ‘’ nella dottrina sistematizzata dal neoconservatore Donald Rumsfeld che non si è limitato a distruggere una porzione del pianeta, ma ha rilanciato una nuova Architettura di potere nelle nazioni a capitalismo senile (quindi pronto per essere abbattuto). Se la ‘’sinistra’’ avesse abbandonato l’eurocentrismo avrebbe visto nella Strage di Odessa, consumata dai nazisti di Kiev, la stessa furia omicida che mosse le S.S. hitleriane nella (pianificata a tavolino) Notte dei Cristalli: la Federazione Russa, erede della Dottrina Breznev, è il nemico principale del blocco imperialista occidentale che, dinanzi al proprio declino, ha istituzionalizzato il nazismo trasformandolo nell’ideologia guida dello ‘’stato profondo ‘’.
Scrive il giornalista investigativo e Premio Pulitzer Chris Hedges:
‘’Edward N. Luttwak ad esempio ha indicato che il futuro dell’America potrebbe essere il fascismo. La tesi del suo libro “Il pericolo e il sogno americano” è che gli iscritti ai sindacati e i lavoratori precari si renderanno conto che il governo non fa nulla per prevenire il crollo dei salari o il trasferimento all’estero di posti di lavoro. E più o meno nello stesso periodo comprenderanno che i colletti bianchi delle periferie urbane – anch’essi disperatamente allarmati dalla riduzione dei loro impieghi – non tollereranno di essere tassati per finanziare i benefici sociali di qualsiasi altra categoria. In quel momento qualcosa andrà in frantumi. L’elettorato urbano raggiungerà la conclusione che il sistema è fallito e si guarderà attorno alla ricerca di un uomo forte per cui votare – qualcuno che si impegni una volta eletto a cacciare dai posti di comando e controllo i compiaciuti burocrati, gli avvocati dei cavilli, i superpagati piazzisti di titoli finanziari e i professori del postmodernismo. Uno scenario simile a quello del romanzo “Non può accadere qui da noi” di Sinclair Lewis potrà tradursi in realtà: perché quando l’uomo forte prenderà il comando nessuno può prevedere cosa accadrà. Nel 1932 gran parte delle previsioni su cosa sarebbe accaduto se Hindemburg avesse affidato ad Hitler il cancellierato risultò poi estremamente ultraottimistica.’’ 2
La politica interna è un segmento della lotta di classe, la chiave di lettura sta nella geopolitica globale: gli Stati Uniti, per riposizionarsi come grande potenza super-imperialista, non hanno altra scelta che trasformarsi in una nazione fascista. La lobby progressista è Settore Destro ed il Battaglione Azov coi tacchi a spillo: a Washington, il fascismo è rinato attraverso la declinazione neoliberista del Grande Reset, la gestione militarizzata della crisi pandemica che ha ingrassato le multinazionali del farmaco facendo morire di Covid-19 milioni di persone, accelerando la transizione alla ‘’società del controllo ‘’.
La sinistra sintetica occidentale si è unita alla destra aziendale nella guerra multidimensionale di ‘’quarta generazione’’ contro l’Eurasia: non ci sono differenze fra Gustav Noske, socialdemocratico tedesco che ordinò l’assassinio dell’eroina marxista Rosa Luxemburg e la sinistra post-marxista italiana la quale pone come pregiudiziale delle manifestazioni ‘’pacifiste’’ la condanna dell’Operazione Z. Leon Trotsky, al di là della deriva filo-statunitense dei suoi epigoni, nel 1917 scrisse un eccellente articolo intitolato Pacifismo, come servo dell’imperialismo dove rilevò la natura ideologica americanista del ‘’pacifismo’’, una proiezione ideologica che ha fatto dell’odierna sinistra invertebrata una costola della politica culturale della CIA:
‘’Il pacifismo inglese ed americano, malgrado tutte le differenti condizioni sociali ed ideologiche (malgrado anche l’assenza di ogni ideologia come in America) ha portato a termine essenzialmente lo stesso lavoro: essi forniscono uno sfogo per la paura del cittadino piccolo borghese verso gli eventi che scuotono il mondo, che dopo tutto possono solo deprivarlo di ciò che resta della sua indipendenza. Essi addormentano la sua vigilanza con gli inutili concetti di disarmo, diritto internazionale e tribunali d’arbitraggio. Poi, ad un dato momento, essi lo consegnano anima e corpo all’imperialismo capitalista che ha già mobilitato ogni mezzo necessario ai suoi fini: cioè, conoscenze tecnologiche, arte, religione, pacifismo borghese e “socialismo” patriottico.’’
‘’In USA il pacifismo piccolo borghese ha mostrato da sé il suo vero ruolo di servo dell’imperialismo in maniera anche meno mascherata. Là, come altrove, sono state le banche ed i trust a determinare realmente la politica. Persino prima della guerra, a causa dello straordinario sviluppo dell’industria e delle alte esportazioni, gli USA si sono stabilmente mossi nella direzione degli interessi mondiali e dell’imperialismo. Ma la guerra europea ha spinto questo sviluppo imperialistico ad un passo febbricitante. Proprio nel momento in cui persone realmente pie (persino Kautsky) stavano sperando che gli orrori del macello europeo avrebbero indotto la borghesia americana al ribrezzo verso il militarismo, gli eventi europei continuavano a produrre una forte influenza, non psicologica ma bensì materialistica, che avrebbe portato ai risultati opposti. Le esportazioni statunitensi, che nel 1913 ammontavano a 2.466 milioni di dollari, crebbero nel 1916 al pazzesco livello di 5.481 milioni di dollari. Naturalmente la parte del leone in questo commercio d’esportazione era ricoperta dall’industria di armi belliche. Seguì l’improvvisa minaccia di una cessazione delle esportazioni verso le nazioni dell’Intesa, quando intervenne la guerra sottomarina illimitata. Nel 1915 l’Intesa aveva importato beni americani per più di trentacinque miliardi, mentre Germania e Austria-Ungheria avevano importato beni per un valore di quindici miliardi scarsi. Così si paventava non solo una diminuzione dei giganteschi profitti sin qui ottenuti, ma addirittura la minaccia di una seria crisi per l’intera industria americana, che aveva le sue basi nell’industria bellica. È a questi numeri che noi dobbiamo guardare per comprendere la divisione delle “simpatie” in America. E così i capitalisti hanno fatto appello allo Stato: “Sei tu che hai iniziato lo sviluppo di questa industria bellica all’insegna del pacifismo, tocca a te ora trovarci un nuovo mercato”. Se lo Stato non era in condizione di permettere “libertà dei mari” (in altre parole, libertà di spremer capitale dal sangue umano) allora esso doveva aprire per l’industria bellica in crisi un nuovo mercato – nella stessa America. E così le necessità del macello europeo hanno prodotto un’improvvisa, catastrofica militarizzazione degli USA.’’
L’analisi di Trotsky è quella d un marxista classico il quale, con tutti i suoi errori (alcuni anche gravi), ha avuto il merito di declinare il pensiero di Lenin come decolonizzazione permanente. La sinistra è complice dell’avvento del fascismo negli Stati Uniti e nell’UE, come la socialdemocrazia fu responsabile dello sterminio della Lega di Spartaco in Germania. L’attuale ‘’sinistra”, che condanna l’Operazione Z, è ‘’indirettamente’’ una costola del Pentagono: l’Occidente andrà incontro a nuove forme d’oscurantismo, repressione e violenza.
Il neofascismo è una bambola nella mani di Washington, non solo per effettuare dei ‘’cambi di regime’’, ma per annichilire una porzione del pianeta: non è una guerra fra borghesi e proletari, ma fra il complesso militar-industriale USA e l’idea di Nazione all’esterno del mondo globalizzato. L’americanismo fascistizzato è il bubbone tumorale della politica estera.
https://www.lacittafutura.it/considerazioni-inattuali/la-vendetta-delle-classi-inferiori-e-l-ascesa-del-fascismo-americano
https://www.marxists.org/italiano/trotsky/1917/pacifismo.htm