Il PD arcobaleno ha da decenni rimosso la condizione operaia. Non si è operai, perché si lavora in fabbrica, si è operai, in quanto lavoratori dipendenti o autonomi, perennemente minacciati dal dominio della plutocrazia capitalistica. Chiunque viva la condizione di sussunzione è appartenente alla classe operaia. Il problema nel sistema capitalistico non è (solo) la distribuzione delle ricchezze, esso è una parte del dramma contemporaneo, il vero problema è la produzione. Se quest’ultima è organizzata secondo modalità gerarchiche e alienanti non si è liberi cittadini, ma operai alla catena del capitale e della sua macchina produttiva. Rimuovere la condizione operaia significa cancellare la realtà storica materiale per una rappresentazione edulcorata e bugiarda, ma la realtà resta con le sue contraddizioni. La senatrice Cirinnà dopo essersi dedicata ai soli diritti civili speculari alla struttura economica, ora si occupa dello scandalo dell’agnello: i soli diritti civili preparano la società-supermercato, ognuno ha il diritto di comprare e soddisfare il desiderio che vuole, l’unica precondizione è il buon reddito. La senatrice a Rai Radio1 ha dichiarato:
“Non si mangiano i figli di altre madri: avete mai visto portare via gli agnelli? Io si, le pecore corrono dietro ai camion e urlano. Non c’è bisogno di mangiare l’agnello”.
La Cirinnà avanguardia del progresso e degli atei devoti disponibile a concedere quale unico diritto riconosciuto la “libera” sessualità, in questi giorni pasquali è intervenuta, dunque, per sottolineare il suo disappunto verso la strage degli agnelli sottratti alla madre.
Ancora una volta il banale intervento della senatrice si presta ad una lettura polimorfa e ricca di sottintesi. Il sacrificio dell’agnello pasquale non è solo una forma di lussuria gastronomica, ma ha una valenza religiosa, è il simbolo del mite sacrificio di Cristo nel Nuovo Testamento, mentre nel Vecchio Testamento l’agnello rammenta la liberazione degli ebrei mediante la decima pagata. L’angelo della morte doveva uccidere i primogeniti ebrei ed egiziani, Dio disse a Mosè di salvare gli ebrei segnando le porte con il sangue dell’agnello, poi consumato a cena. Il consumo dell’agnello ci riporta alle radici religiose, all’universalismo biblico avversato dai progressisti. La religione dev’essere cancellata, i suoi simboli devono tacere, al suo posto il gay pride è molto meglio. L’edonismo dev’essere servito sul piatto dei soli diritti individuali al modo di produzione capitalistico, non si devono emancipare le persone, ma renderle fluide, disposte al consumo indifferenziato in modo che il capitale possa eternizzarsi nella sussunzione materiale e formale mascherata di liberazione.
La Cirinnà palesa la crudeltà dell’agnello sottratto alla madre, se si seguono le cronache e le affermazioni degli ultimi anni, non è difficile ipotizzare che ci si trova dinanzi ad un implicito riferimento al maschio mostro che violenta ogni vivente. Solitamente sono gli uomini che sottraggono gli agnelli alle madri, naturalmente poteva esprimersi indicando le donne che cucinano la carne d’agnello, ma forse vi è sempre un uomo ad obbligare che si cucini l’esecranda pietanza. In ultimo la Cirinnà fa bene a commuoversi dinanzi all’inutile strage, ma se lei e il PD alzassero gli occhi al cielo vedrebbero un numero enorme di uomini anziani che lavorano come edili e muoiono sul lavoro, si schiantano al suolo lasciando vedove e figli in terribili condizioni economiche: gli edili non possono andare in pensione grazie alla sensibilità finanziaria degli ultimi governi, devono avere 63 anni e 32 anni di contributi per lasciare il lavoro. Un uomo che a sessant’anni si arrampica sui ponteggi è l’immagine dell’agnus dei. I lavoratori continuamente ricattati dalla precarietà, rinominata dal PD e dai suoi alleati “flessibilità”, devono riparare col loro sacrificio a decenni di mal governo. L’agnus dei è fra di noi, solo che la “sinistra”, vero braccio armato del capitale, non vede, non vuole sentire, non si interessa della condizione dei sussunti del capitale, predilige il progresso arcobaleno edificato sul sacrificio degli ultimi. Dobbiamo ricordarci che persino il partito nazionalsocialista varò leggi per la protezione degli animali e per il rimboschimento. il 21 aprile 1933. Adolf Hitler sentenziò:
“Nel nuovo Reich non può più esserci posto per la crudeltà verso gli animali”.
I diritti individuali e l’ecologismo senza la democrazia partecipata e i diritti sociali non sono che propaganda, poiché un diritto individuale per essere posto in atto necessita di cultura e di investimenti dello Stato, altrimenti è solo il privilegio godereccio di pochi. La sensibilità verso tutti gli esseri indifesi non può che suscitare approvazione, ma in un contesto di ferocia belluina non è che deviazione dalla realtà storica.
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