La scontro fra Atlantismo ed Eurasia ha portato alla costruzione del primo Stato etnico nel cuore d’Europa: l’Ucraina neo-banderista. L’alleanza fra la CIA ed i nazisti ha caratterizzato l’aggressione imperialista USA all’URSS durante la ‘’guerra fredda’’, una operazione occulta che ha previsto portandolo a compimento il riciclaggio dei diretti coinvolti nella Shoah: l’intelligence statunitense creò l’AmComLib (Comitato americano per la liberazione delle popolazioni dell’Urss) affidandogli la gestione, da Monaco, di Radio Libertà 1. In Ucraina si radicarono le centrali della Lega Anticomunista Mondiale; il golpe del 2014 è (in parte) un ritorno delle ombre del passato.
USA e Israele vogliono fare dell’Ucraina uno ‘’Stato’’ neo-sionista
Qual è il ‘’modello’’ statuale del comico banderista Zelensky? La Grande Ucraina che il dittatore-guitto di Kiev ha in mente è una ‘’Israele europea’’ basata sulla militarizzazione totale della società civile: ‘’I soldati nei cinema, nei supermercati, negli stadi, le persone ovunque armate” (cit. da OG in Oriente e Occidente, Sollevazione 2). Continua Zelensky: “L’Ucraina non sarà sicuramente quello che volevamo dall’inizio. È impossibile. (Un paese) assolutamente liberale, europeo, ma non sarà così. Questo verrà sicuramente dalla forza di ogni casa, ogni edificio, ogni persona”. La costruzione d’una nuova Israele, alle porte di Mosca, accelererà la transizione alla ‘’società del controllo ‘’ in questa circostanza su basi etniche, il ‘’modello ‘’ capitalista che Washington ha pensato per le aree periferiche: una sorta di neoconservatorismo senza la mediazione ideologica dell’antifascismo neoliberale, finora l’unico supporto mediatico, realmente efficace, alla proiezione dell’unilateralismo del Pentagono.
Nel 2014, il giornale The Times of Israel, di area moderata-progressista, pubblicò una denuncia nei confronti della Lobby della Destra Israeliana accusata di voler ricostruire, in funzione antirussa, il Regno della Grande Khazaria; un impero medioevale esteso dal Volga alla Crimea e dal Don all’odierno Uzbekistan, scomparso nel XIII secolo a seguito delle invasioni mongole. Secondo alcuni storici israeliti come Shlomo Sand ed Arthur Koestler, gli antichi khazari andrebbero identificati con gli aschenaziti le cui comunità ebbero un ruolo decisivo nel riposizionamento d’Israele in quanto stato razzista e ‘’colono’’. Sempre Sand ci dà ulteriori informazioni sul carattere nefasto del sionismo ucraino:
‘’Gli ebrei nel mondo invece – a eccezione degli ebrei dell’Europa orientale – non hanno mai avuto, e continuano a non avere un simile retroterra comune. Questa mancanza rendeva estremamente fragile l’ideale sionista del popolo/nazione. Da qui, la necessità di trovare un elemento ulteriore, individuato da molti sionisti nel “sangue”, nell’omogeneità biologica. E’ così che alla fine del diciannovesimo secolo diversi sionisti arrivarono a sostenere che gli ebrei erano un popolo-razza, sviluppando una nozione etnocentrica di ebraismo in paesi come Germania, Polonia, Ucraina. In altri termini, ci si rivolse al passato, alla presunta unità biologica, per dare fondamento comune alla nazione ebraica. La ricerca di una sorta di marcatore biologico – oggi portata avanti da biologi e genetisti – non è altro però che un sintomo di debolezza identitaria. E le sue conseguenze nefaste si fanno sentire tuttora, nella politica essenzialista dello Stato di Israele’’ 3
La costruzione della Grande Khazaria avviene in concomitanza col rientro nella scena politica di Benjamin Netanyahu, sostenitore del progetto etno-teocratico di Vladimir Jabotinsky: amico personale di Hitler, Jabotinsky aveva fra i suoi più stretti collaboratori il padre dell’ex premier, dolosamente coinvolto nella migrazione/colonizzazione ebraica nella Terra di Palestina. Ebrei antisemiti: una costante (purtroppo) nella storia dell’ebraismo politico.
La permanennza di una ideologia etnocentrica rappresenta il principale ostacolo alla democratizzazione d’Israele e dei paesi che hanno adottato come riferimento il capitalismo a mano armata: la geopolitica israeliana, con cinismo e nell’indifferenza dei media progressisti, contempla nel ventunesimo secolo lo sterminio delle popolazioni considerate (citando il pro-sionista Federico Nietzsche ‘’decadenti’’. Un ‘’modello’’ capitalista a cui la Federazione Russa ha dichiarato guerra.
https://www.voltairenet.org/article216410.html
https://www.sollevazione.it/2022/04/oriente-e-occidente-di-o-g.html
https://www.minimaetmoralia.it/wp/interviste/intervista-a-shlomo-sand/
Il 22 novembre 2018, con l’articolo Ucraina: la costruzione d’uno stato ultranazionalista nel cuore d’Europa, constatavo in conclusione che: ‘’Israele vorrebbe costituire uno Stato neo-ebraico, o meglio neo-sionista, nel cuore dell’Europa 5 e ideologicamente russofobo. Un progetto che cammina parallelamente alla sovversione neofascista sostenuta da USA ed UE. Ancora una volta, imperialismo e fondamentalismo religioso (evangelico e sionista) mettono a repentaglio la pace nel mondo. Un piano eversivo destinato, vista la portata della Resistenza filo-russa, al fallimento. Un fallimento che potrebbe portare ad un declino del mondo unipolare a dominio USA. La russofobia è una “malattia” dalle radici antiche che ha sempre portato conseguenze nefaste, come la storia insegna’’ (Fonte: L’Interferenza). La presidenza Zelensky ha inverato questa (drammatica) previsione: l’Ucraina fascista segue il modello israeliano, affiancando le svastiche alla Stella di Davide e mettendo in imbarazzo l’ebraismo mondiale.