“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Questa la celebre frase pronunciata da Tancredi, il nipote prediletto del principe Fabrizio Salina, nel celebre romanzo “Il Gattopardo”, di Tomasi di Lampedusa.
Nel caso della rielezione di Mattarella a Presidente della Repubblica potremmo invece dire “che nulla deve cambiare affinché tutto resti così come è”.
Devo dire che è anche abbastanza deprimente commentare un evento così piatto e scontato, che si è consumato in un clima di generale indifferenza da parte di tutti, con l’eccezione, ovviamente, degli “addetti ai lavori” preoccupati per le conseguenze politiche e per le ricadute personali dovute alla possibile elezione di Draghi alla Presidenza della Repubblica.
La soluzione escogitata (e ampiamente prevedibile) in fondo accontenta un po’ tutti o quasi tutti, e comunque è quella che fa sicuramente meno danni per la gran parte degli attori sulla scena. Compresa e forse soprattutto Giorgia Meloni, che finge di sbraitare ma è forse quella più contenta perché così può continuare a recitare la parte dell’unica leader di una forza di opposizione, succhiare consensi alla Lega e agli ex elettori del M5S e candidarsi alle prossime elezioni politiche come leader indiscussa del centrodestra.
Il PD continua a svolgere il suo ruolo di partito garante della stabilità politica e istituzionale (nonché dell’attuale ordine sociale), ciò che resta del M5S può continuare a vivacchiare all’ombra di Draghi e del PD che gli garantiscono la sopravvivenza politica, molti parlamentari tirano un sospiro di sollievo perché così la legislatura è salva e si sono garantiti la pensione, Berlusconi ha confermato di avere ancora un discreto margine di manovra. L’unico a uscirne malconcio è Salvini, che tenta di tenere insieme un partito ormai evidentemente spaccato fra la sua anima governista (Giorgetti e governatori) e quella “populista”. Resta solo da vedere per quanto tempo ci riuscirà. Mi pare che la sua stella sia ormai al tramonto.
Mattarella ha per lo meno avuto il merito di non enfatizzare la sua rielezione. Il discorso con il quale ha accettato l’incarico da parte dei presidenti delle due camere è stato poco meno che un atto dovuto.
Il governo continuerà indisturbato con le sue politiche economiche antipopolari, repressive e guerrafondaie (in quanto membro della NATO l’Italia non può esimersi dal prendere parte alla offensiva antirussa in corso in Ucraina).
Tutto prosegue così come era.
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