John Kerry (accompagnato dal coro di tutte le cancellerie occidentali e non solo), ha dichiarato che l’attentato di alcuni giorni fa in una sinagoga di Gerusalemme ad opera di un commando palestinese nel quale hanno perso la vita cinque cittadini israeliani, è un atto disumano.
Mi rendo conto che quando si affrontano questi temi si rischia inevitabilmente di sconfinare nella demagogia. Però mi sorge spontanea una domanda: massacrare nell’arco di un paio di settimane duemila (dicasi 2.000) palestinesi, di cui circa 400 bambini, e mettere a ferro e fuoco un’intera città è invece un atto “umano”?
Si dirà:”Cosa c’entra questo? Sono entrambi atti disumani che non possono essere giustificati”.
Osservazione corretta e condivisibile, almeno formalmente. Il problema è che quando l’esercito israeliano uccide migliaia di civili palestinesi, bene che va si dice che è una reazione sproporzionata all’offesa subita. E non ricordo nessun Segretario di Stato USA affermare che i bombardamenti israeliani che uccidono migliaia di civili indiscriminatamente, sono atti disumani.
Da ciò se ne deduce che anche il concetto di umanità e disumanità è relativo ed è dettato dalle circostanze politiche. I vincitori, oltre a scrivere (e a riscrivere) la storia, decidono anche ciò che è morale e “umano” e ciò che non lo è.
Miracoli del relativismo che non a caso è uno dei mattoni dell’attuale ideologia dominante.
Se fossi un altro (ma non lo sono…) verrebbe quasi da dire”:Aridatece Ratzinger!”