La crisi pandemica ha completato il processo iniziato alla fine degli anni ’80, con la crisi (provocata anche dall’esterno) del socialismo reale burocratizzato, ed accelerato dopo 11/9 attraverso l’adozione in Europa della dottrina della ‘’guerra perpetua’’: la distruzione dell’idea di sinistra.
La sinistra storica aveva una dimensione nazionale e rivendicava una politica internazionale indipendente appoggiando, nello stesso tempo, i movimenti di liberazione terzomondisti: sovranità economica e patriottismo di classe hanno caratterizzato la linea dei grandi partiti comunisti contro il cosmopolitismo senza radici della ‘’nuova sinistra’’ post-modernista. In Italia, il revisionismo di Enrico Berlinguer portò una classe dirigente a sostituire l’alternativa socialista con l’alternativa democratica: una parte della sinistra di classe, da lì in avanti, non si limitò ad accettare il capitalismo, ma dopo il 1989 fece propri i dogmi neoliberisti. La ‘’sinistra’’, non potendo più trasformare il capitalismo, diventò una agenzia della borghesia internazionale e, con le attuali relazioni geopolitiche di sudditanza, non poteva che diventare una agenzia della borghesia statunitense.
Dopo l’11 settembre 2001, la sinistra oramai diventata ‘’zombie’’ fece sua la dottrina dello ‘’scontro di civiltà’’ iniziando a considerare reazionario e fascista tutto ciò che non rientrava nel mondo globalizzato. Gli Stati Uniti d’America, potenza imperialista sovrastante nei confronti dell’Ue, presero in custodia i movimenti radicali trasformando la critica alla globalizzazione in anti-nazionalismo isterico: l’imperialismo per la ‘’nuova sinistra’’ è il grande innominabile. Si tratta d’una posizione ideologizzata senza nessun rapporto con la realtà sociale, ciononostante l’antico anti-stalinismo dei movimenti post-modernisti diventò anti-musulmanesimo: la sinistra zombie sostituì l’odio nei confronti dell’Urss in avversione verso le nazioni musulmane ‘’non allineate’’.
La crisi pandemica ha introdotto il ‘’neoliberismo verde’’ e l’apologia nei confronti di ‘’coloro che sanno’’, una casta di burocrati necrotizzati rei, negli anni ’80 e ’90, d’aver privatizzato il sistema sanitario; dall’altra parte l’odio nei confronti del mondo non occidentale si è tradotto nell’avversione interna verso la nuova ‘’classe povera’’ globalizzata. Le grandi case farmaceutiche hanno provocato l’ecocidio, ciononostante lo Stato profondo ‘’americano-sionista’’ ha inscenato una grande operazione di depistaggio avvallata dal giornalismo comprato e finanziata dalla lobby progressista: la tecnocrazia coi tacchi a spillo.
Pochi partiti comunisti, in Europa, hanno rivendicato il ritorno ad una sanità pubblica e l’introduzione dei vaccini (di gran lunga più sicuri) non occidentali: la lotta per lo Sputnik V è, ancora oggi, una battaglia per la transizione ad un mondo multipolare dove Federazione Russa e Cina popolare svolgano il ruolo che storicamente gli è proprio, garantire la pace. Il presidente Putin, più volte, si è espresso contro l’imperialismo culturale occidentale, una variante dell’eurocentrismo razzista che, dopo l’11/9, dovremmo definire globalizzazione della Dottrina Monroe: gli Stati Uniti hanno pianificato una guerra ibrida contro la ‘’classe povera’’ occidentale, esportando una forma inedita di fascismo, un neofascismo puritano ed evangelico di provenienza statunitense.
Green economy e capitalismo di sorveglianza: due facce della stessa medaglia
L’establishment europeista è passata dalla moneta unica in quanto ‘’metodo di governo ‘’ allo stato d’emergenza come strumento di demonizzazione verso interi gruppi sociali espulsi dai processi produttivi: moltissimi lavoratori stranieri, immunizzati coi vaccini prodotti da Russia e Cina, sono stati esclusi dal Green pass che, analizzando la composizione sociale della nuova classe dominata, ha una chiara connotazione eurocentrica e razzista. Potremmo parlare di colonialismo sanitario interno, una demenziale ‘’patente per vivere’’ con una finalità geopolitica: dividere il mondo in due, congelando le relazioni internazionali con la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese. Il Green pass è un’arma psicologica dell’imperialismo USA teorizzato dalle Fondazioni Clinton e Gates, con l’approvazione del Pentagono: gran parte dei contestatori, egemonizzati dall’ideologia dell’Alt Right, in queste settimane hanno riempito le piazze italiane senza sapere contro chi combattere.
L’Elite devasta l’ambiente, ciononostante le lobby della green economy hanno ideologizzato una sinistra incapace di rimettere in discussione il capitalismo, totalmente invertebrata dinanzi il neoliberismo e l’imperialismo del Grande Reset (USA, GB e lo Stato ‘’per soli ebrei’’): l’attuale ‘’sinistra’’ è una amalgama di mode anglosassoni incapace di distinguere il pluralismo dal multiculturalismo, variante inversa del razzismo puritano. La lobby del ‘’cambiamento climatico’’ è il ‘’neoconservatorismo verde’’, una stampella del neofascismo evangelico del Pentagono. I progressisti ‘’Difendono il clima, mentre preparano la fine del mondo ’’, destra e sinistra sono una proiezione del neoconservatorismo apocalittico di Washington, la paranoia dello Stato profondo con un piede già nell’aldilà, come ci ha spiegato il giornalista Manlio Dinucci:
‘’Una settimana dopo aver partecipato all’esercitazione di guerra nucleare, l’Italia ha partecipato alla Conferenza Onu sul cambiamento climatico, presieduta dal Regno Unito in partenariato con l’Italia. Il premier britannico Boris Johnson ha avvertito che «manca un minuto a mezzanotte e abbiamo bisogno di agire ora» contro il riscaldamento globale che sta distruggendo il pianeta. Usa in tal modo strumentalmente il simbolico Orologio dell’Apocalisse, che in realtà segna a quanti minuti siamo dalla mezzanotte nucleare. Lo stesso Boris Johnson pochi mesi fa, in marzo, ha annunciato il potenziamento dei sottomarini britannici da attacco nucleare: gli Astute (prezzo 2,2 miliardi di dollari ciascuno), armati di missili nucleari Usa da crociera Tomahawk IV con raggio di 1.500 km, e i Vanguard, armati di 16 missili balistici Usa Trident D5 con raggio di 12.000 km, dotati di oltre 120 testate nucleari’’ 1
La gestione militarizzata della crisi pandemica e la costruzione della nuova Architettura di potere rientrano nella fase preparatoria di nuove guerre combattute da Washington per la conquista dell’Eurasia (unico spazio geopolitico realmente progressista), ‘’guerre eterne’’ sulla pelle della classe operaia e dei ceti medi produttivi parte dei quali diventeranno il nuovo sottoproletariato (facile terreno di conquista per i neofascisti dell’Alt Right). L’attuale sinistra deride la diffidenza nei confronti delle grandi case farmaceutiche architetti dell’ecocidio, ciononostante la costruzione di un nuovo Ordine Mediatico Mondiale favorirà nuove guerre di conquista combattute attraverso la modifica dei virus nei Laboratori P4 del Pentagono: quando la conflittualità sociale acquisterà una dimensione globale, i Dannati della Terra (citando il titolo del celebre saggio di Frantz Fanon) chiederanno agli intellettuali di cartapesta il conto della loro viltà. La pandemia ha trasformato (definitivamente) la sinistra in una proiezione del Potere: nemica dei lavoratori.
Il mondo profetizzato dal neoconservatore francese Bernard-Henry Lévy si è realizzato: la ‘’sinistra’’ là dove governa applica i programmi della destra radicale; con una mano promuove l’immigrazione di massa figlia delle guerre imperialiste e, con l’altra, reclude gli immigrati nei lager. Razzista nei confronti dei lavoratori stranieri (adesso ingiustamente espulsi dai processi produttivi perché vaccinati con Sputnik V e Sinopharma), tollerante nei confronti della criminalità e microcriminalità figlia della depoliticizzazione neo-liberista: la lobby progressista è colpevole.
https://www.voltairenet.org/article214508.html
Fonte foto: Formiche.net (da Google)