Ogni mattina, quando apro facebook mi compaiono, come a tutti, le “storie” di tanta gente – per la maggior parte donne, devo dire, ma anche molti uomini (ora non cominciate con la solita litania sul maschilismo perché sapete tutti/e perfettamente che non invento balle…) – che si fa i video più disparati, mentre fa colazione, si lava i denti oppure prova il vestito che indosserà per la giornata e così via.
Lo spettacolo, spesso, continua per tutto il giorno. Ogni momento “clou” (si fa per dire…) della loro giornata viene scandito da un video in cui loro e soltanto loro sono i protagonisti o le protagoniste. L’ho visto fare a tanta gente, di ogni tipo, ultimamente anche ad alcune/i candidate/i alle elezioni, convinte/i, evidentemente, che mostrare la loro vita privata in quel modo potesse giovargli, o più semplicemente perchè non riescono a mettere un freno al loro banale ed esasperato narcisismo. Il buon senso vorrebbe che almeno questi ultimi, per lo meno in queste occasioni, concentrassero la loro attenzione sui problemi degli altri, dal momento che dovrebbero conquistarne i consensi, e invece nulla di nulla. L’ego è una gran brutta bestia, difficile da controllare, specie quando abbiamo smarrito il senso della misura.
Autoriprendersi e mostrarsi in pubblico mentre si mangia il cornetto la mattina o si prende la tintarella sul balcone o al mare, oppure mostrare la pancia anche se fuori tempo massimo con un accenno di “tartaruga” conquistato al prezzo di un durissimo allenamento (ragione di vita per molte/i) e accompagnati il più delle volte da musiche inascoltabili (per lo meno per me, ma ammetto di avere gusti sofisticati, da questo punto di vista) ha la meglio su tutto. Questa gente è talmente presa da se stessa e dal suo personale e patologico delirio da essere convinta che gli altri possano essere interessati ad osservarli nei momenti della loro vita privata, addirittura intima, in taluni casi. E molto probabilmente, se non certamente, è in buona parte drammaticamente vero.
Un disastro. Ancora una volta mi viene da citare Fichte, il primo dei grandi filosofi idealisti in ordine di apparizione, quando parlava di “epoca della compiuta peccaminosità”. E lo diceva ai suoi tempi, cioè verso la fine del XVIII secolo, non oso immaginare cosa avrebbe detto oggi.
Siamo da tempo dentro un grande “Truman show”, con i suoi protagonisti e i suoi spettatori. Difficile stabilire chi, fra i primi e i secondi, sia più alienato. Uno spettacolo di natura fondamentalmente pornografica ma, a mio parere, decisamente più diseducativo e dannoso della pornografia spicciola tradizionale (e chi scrive non è certo un bacchettone…).
Con una differenza sostanziale. Il personaggio di quel bellissimo film, quando scopre di essere a sua insaputa il protagonista di quella fiction, cioè sostanzialmente di essere oggetto dell’attenzione morbosa degli spettatori, si ribella e abbandona la scena.
Queste/i, invece, vogliono esserci e fanno di tutto per rimanerci.
Aveva ragione Fichte. E’ proprio vero che i grandi classici del pensiero sono inossidabili.
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