Fabrizio Marchi, una candidatura senza precedenti, un’occasione da non perdere

Fabrizio Marchi è candidato per le comunali di  Roma. Non è necessario presentarlo a coloro che si occupano delle relazioni tra i sessi in questa stagione. Da molto tempo è impegnato con dedizione e passione a dar voce e forza alle ragioni negate e irrise degli uomini e dei padri, nell’ottica di un indispensabile riequilibrio della narrazione del passato e del presente, oggi monopolio del politicamente corretto di matrice femminista.

Già a suo tempo ho celebrato festosamente la sua coraggiosa discesa nell’arena in risposta ad un imperativo derivante da una lettura corretta-coerente di alcune pagine di Marx che altri fingeva di ignorare. Fu così il primo, in senso assoluto, ma non è più il solo. Il numero dei follower è andato estendendosi e ciò gli ha suggerito di proporsi ad una specifica forza politica quale portatore delle istanze predette.

E’ stato accolto dal Partito Comunista di Marco Rizzo, cui va dato atto di avergli prestato ascolto e di aver mostrato con ciò sia la necessaria sensibilità verso le tematiche di cui specificatamente si occupa Marchi sia un notevole coraggio politico. Scelta da lodare perché deriva dall’intuizione che i tempi stanno mutando, che sta maturando nella società il forte sospetto che la guerra dei sessi sia diventata maschera di quella contro gli uomini e contro i padri (oltreché di varie malefatte geopolitiche). A ciò si aggiunge il presentimento che la questione maschile stia diventando terreno di caccia per avversari e nemici politici, come in effetti sta accadendo altrove. Il PC si mette ora in gioco su questa tematica, con fiuto e coraggio. Bene.

Per coloro dunque che sono sulla linea del PC e che lo voterebbero comunque, la sfida sta nell’optare per un uomo che proprio in quanto marxista e comunista ha visto nella guerra dei sessi un depistaggio rispetto a quella di classe. Una banalità divenuta oggi rivoluzionaria.

I non comunisti hanno invece a disposizione due alibi per girarsi dall’altra parte. L’estraneità ideologica e l’irrilevanza politico-culturale che può avere un seggio in un consiglio comunale, pur se quello dell’Eterna Urbe. Si tratta però di due bassi pretesti.

Quando la storia bussò e furono in gioco valori fondanti, i liberali si allearono ai comunisti e i mangiapreti si unirono ai credenti. Chi sta fiutando il corso, ossia il decorso della malattia sociale in cui siamo immersi, sente che è di nuovo il tempo di scavalcare gli steccati e quindi, oggi, di votare per Marchi. Chi poi sa che i simboli determinano l’orientamento collettivo, rompono diaframmi e aprono nuovi scenari, non bada alla natura banalmente amministrativa della consultazione e perciò corre a votare per Marchi.  Lo fa perché questa candidatura è senza precedenti e il punto non è “cosa potrà fare” eletto in Campidoglio, la questione invece è:  cosa significa oggi la sua elezione nelle liste di un partito comunista e la sua presenza in un consesso pubblico, nel cuore di una istituzione. Significa qualcosa di mai visto.

Non giriamoci intorno: l’occasione è senza precedenti e non ci sono né se, né ma, né però, né forse. Si va a votare Fabrizio Marchi nel PC di Rizzo e si conquista così la prima voce pubblica nella Polis contro la guerra dei sessi.

Vai dunque Fabrizio e torna vincitore!

 

Conobbi Rino Barnart Della Vecchia, in occasione della pubblicazione, nel 2006, del mio primo libro “Le donne: una rivoluzione mai nata” (Mimesis Edizioni) perché lessi, del tutto casualmente, la sua recensione del mio libro in rete, pubblicata sul suo blog.

Rino Barnart Della Vecchia è un uomo di una intelligenza e di una cultura straordinarie, come pochi ho conosciuto nella mia vita. E per quanto mi riguarda – ma credo che anche molti altri la pensino come me – è sicuramente l’intellettuale di punta e di maggior prestigio dell’area critica nei confronti del femminismo, il primo in assoluto ad aver posto l’esistenza di una “Questione Maschile”.

Non esito a definire il suo libro “Questa metà della terra” (scaricabile in rete o anche dal suo blog “Altro Senso.info”) un’opera di straordinaria lucidità. Un libro che tutti/e dovrebbero leggere, un vero e proprio squarcio di luce nelle tenebre. Lo lessi quando avevo già elaborato la mia critica al femminismo, ma il suo libro mi fornì ulteriori preziosissimi elementi necessari a irrobustire quella critica.

In gioventù Rino militò nelle file del fu movimento anarchico, che non esiste più da molto tempo, e da un punto di vista concettuale, può essere definito un decostruzionista. La nostra critica al femminismo è di fatto, quasi del tutto sovrapposta, anche se le nostre formazioni sono diverse. Sto parlando di un uomo di straordinaria statura intellettuale e umana, purtroppo poco conosciuto al cosiddetto “grande pubblico”, ma questo non ci sorprende.

E’ con orgoglio che pubblico la sua dichiarazione in sostegno alla mia candidatura.

(Fabrizio Marchi)

Questa Metà Della Terra. Parole Degli Uomini Del Xxi Secolo - Della Vecchia Rino | Libro Altrosenso Edizioni 01/2020 - HOEPLI.it

 

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