I governi che si sono succeduti da almeno trent’anni a questa parte non hanno fatto altro che sostenere pedissequamente le politiche neoliberiste.
Lo spread, il fiscal compact, il rispetto dei “trattati” (capestro?…) europei. Non si parlava d’altro, ricordate? Tutte i giorni che Dio o chi per lui li mandava, tutti i telegiornali, nessuno escluso, aprivano con l’indice dello spread così come ora parlano di covid e green pass. Lo spread e il pareggio di bilancio erano diventati una sorta di mantra, di imperativo categorico, quasi una categoria dello spirito.
Tutto ciò, naturalmente, al prezzo del taglio della spesa pubblica, dello smantellamento dello stato sociale, a partire proprio dalla sanità che è stata letteralmente decimata nel nome del rispetto degli accordi europei, con gli effetti che proprio la crisi pandemica ha messo drammaticamente in evidenza.
Queste politiche economiche sono state contestualmente accompagnate – né poteva essere altrimenti – dall’esaltazione ideologica del libero mercato, “del fai da te e non ti curar degli altri”, del mito dell’”imprenditore di te stesso”, in parole povere dell’individualismo assoluto che è il cuore dell’ideologia neoliberale e neoliberista oltre, naturalmente, al politicamente corretto che serve, appunto, a camuffare e a coprire ideologicamente la vera natura delle società capitaliste occidentali.
Ora, quelle stesse classi dirigenti che per decenni hanno sostenuto quelle politiche e quell’ideologia si ergono a paladine del bene pubblico. Vorrebbero convincerci che sono passate dall’esaltazione dell’individualismo assoluto ad una sorta di comunitarismo dettato dal principio della superiorità del bene comune rispetto alla volontà del singolo.
Ma è ovvio che non sono credibili (ci vuole una bella faccia tosta…) né potrebbero esserlo, e credo che la decisione da parte di molta gente di non aderire alla campagna di vaccinazione sia stata determinata proprio dallo scetticismo nei confronti di una classe politica considerata, appunto, poco se non per nulla credibile. Scetticismo che nutrono anche moltissime persone che, obtorto collo, un po’ perché costrette, un po’ per non sentirsi emarginate, un po’ perchè alla fine hanno scelto di affidarsi, hanno deciso di vaccinarsi.
La risposta del sistema mediatico a queste legittime perplessità (non tanto e non solo rispetto al vaccino quanto alla non credibilità del messaggio mediatico-politico e di chi lo pone in essere) è stata quella della criminalizzazione non solo di chi ha scelto di non vaccinarsi ma anche di tutti coloro che – pur optando per il vaccino – hanno espresso ed esprimono perplessità nei confronti della gestione politica della crisi pandemica e dell’operato delle multinazionali farmaceutiche le quali, come sappiamo, in piena crisi pandemica, hanno pensato bene, ma guarda un po’, di aumentare il prezzo dei vaccini.
Un vero atteggiamento comunitario, ispirato ai principi della salute e del bene pubblico, non c’è che dire!
Ma queste aziende non sono state stigmatizzate dai governi europei ed occidentali, a differenza dei cittadini recalcitranti alla vaccinazione che sono stati colpevolizzati e trattati come dei reietti.
Io penso che dei governi seri, in una crisi pandemica di proporzioni mondiali, realmente animati dalla volontà di porre il bene pubblico al centro della loro azione politica, avrebbero dovuto agire con estrema fermezza nei confronti delle multinazionali del farmaco, fino ad imporre decisioni politiche drastiche, ed avrebbero dovuto assumersi la responsabilità politica e legale, della campagna di vaccinazione.
Nulla di tutto ciò è stato fatto, ovviamente. Del resto, i governi europei sono la rappresentazione politica dell’ordine sociale capitalista dominante dove il profitto è la stella polare e il bene pubblico è l’ultima delle preoccupazioni. La pandemia avrebbe dovuto invertire o quanto meno far cambiare parzialmente rotta alle classi politiche dirigenti occidentali – come si paventava all’inizio della crisi – poteva e doveva essere l’occasione per lanciare un grande progetto, con una altrettanto grande destinazione di risorse, per rimettere al centro la salute e la sanità pubblica. E invece nulla di nulla in tal senso.
Ora, si pretenderebbe una fiducia cieca in queste classi dirigenti e in questi governi da parte delle persone. Ma non tutte sono disposte a farsi prendere per i fondelli.
(Fabrizio Marchi, candidato, come indipendente, alle prossime elezioni amministrative di Roma, con il Partito Comunista, guidato da Marco Rizzo, come consigliere comunale)
Fonte foto: Adnkronos (da Google)