Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Dal combinato disposto degli artt. 1, 4,7 e 8 del DDL Zan ciò che emerge in modo palese è che la questione della lotta alle discriminazioni sessuali e di genere viene strumentalmente utilizzata dalle lobby che fanno capo al movimento LGBTQ + per imporre la propria visione del modo fondata sulla teoria gender.
Il DDL Zan è quanto di più funzionale ci sia all’ideologia liberal-capitalista che fa coincidere la Società con il Mercato. Sancire con legge che la sessualità non ha nulla di naturale ma è una costruzione culturale che dipende dai rapporti di forza tra classi sociali e dai rapporti di produzione, per cui è fluida, rappresenta l’ultimo ostacolo alla destrutturazione totale della società in funzione della costruzione di un individuo privo di identità, senso di appartenenza (non solo ad una nazione ma ad una classe sociale), spiantato, sradicato, nomade, precario e flessibile. L’ideologia Liberale dopo aver fatto credere che la distinzione in classi è stata superata, aveva bisogno di rimuovere l’ultimo ostacolo affinchè, in nome del libero mercato tutti gli individui, proprietari di se stessi, potessero scambiare, in un rapporto alla pari, il proprio bene principale, ossia se stessi. Nel rapporto di scambio tra individui le questioni valoriali hanno un costo e questo costo andava eliminato. Provo a spiegarmi con un esempio. La maternità ha un costo per il sistema produttivo, nel momento stesso in cui l’attività riproduttiva finisce con l’essere scissa dal dato naturale riveniente dalla relazione sessuale tra una donna e un uomo,che comporta implicazioni inerenti la sfera affettiva e quindi la stabilità: il senso di appartenenza a quella che a partire da Aristotele passando per Marx è la Società naturale, cioè la famiglia, i costi relativi allo scambio sia per l’impresa che per lo stesso sistema sociale vengono scaricati sull’individuo che opera nel mercato. Si giustificano così benefit previsti da alcuni multinazionali: il congelamento degli ovuli offerto ad alcune donne lavoratrici; la pratica dell’utero in affitto, che in nome del politicamente corretto viene definito gestazione per altri o ancora più ipocritamente gestazione solidale; l’introduzione massiccia di welfare aziendale in sostituzione di quello pubblico ed altro ancora.
Tutte queste narrazioni o meglio queste costruzioni culturali mirano a superare la dimensione naturale e morale puntando alla creazione di un essere artificiale e di un’etica disumanizzata. L’dea di Attalì dell’utero artificiale è l’ovvia conclusione di un tale processo.
Il DDL Zan, per l’ideologia che lo ispira, è parte integrante di una visione che punta alla creazione di un essere umano privo della originaria naturalità a partire da quella più naturale in assoluto e cioè il sesso. Hobbes pur teorizzando lo Stato Assoluto ci teneva a precisare che lo Stato poteva fare tutto tranne trasformare la donna in uomo e viceversa. Attraverso il combinato disposto degli articoli del DDL Zan sopra richiamati siamo all’imposizione di una etica che nega la morale naturale. L’art. 4 che secondo alcuni sarebbe una sorta di salvaguardia della libertà di pensiero, per come è scritto e in combinato disposto con gli artt. 7 e 8 finisce con l’ammettere come unica libertà quella coerente con la teoria gender che ispira il DDL Zan. Nel momento stesso in cui si sancisce con legge che la sessualità non ha nulla di naturale ma è solo il risultato di costruzioni culturali coloro che sostengono che esiste una famiglia naturale, che la riproduzione è un dato naturale, ecc sono passibili di denuncia per comportamento discriminatorio. Chi da Sinistra non coglie il nesso che esiste tra la filosofia che ispira il DDL Zan e il sistema liberalcapitalista e mercatista egemone, non ha colto i termini della questione. Sancire con legge l’ idea della fluidità di genere ecc. equivale a sostenere il liberalismo e il capitalismo che vogliono individui privi di identità e senso di appartenenza, nomadi, sradicati, flessibili e quindi funzionali al mercato. L’ art. 8 è funzionale alla restaurazione dello Stato etico e quindi totalitario. Perchè ciò possa realizzarsi il DDL Zan prevede quanto di seguito <<2-bis. Nell’ambito delle competenze di cui al comma 2, l’ufficio elabora con cadenza triennale una strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere. La strategia reca la definizione degli obiettivi e l’individuazione di misure relative all’educazione e all’istruzione, al lavoro, alla sicurezza, anche con riferimento alla situazione carceraria, alla comunicazione e ai media. La strategia è elaborata nel quadro di una consultazione permanente delle amministrazioni locali, delle organizzazioni di categoria e delle associazioni impegnate nel contrasto delle discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere e individua specifici interventi volti a prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni di violenza e discriminazione fondati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.>>
La sopra citata consultazione permanente, priva di qualsiasi contraddittorio, diventa un vero e proprio coordinamento di valutazione e di indirizzo dell’etica pubblica. Nel momento stesso in cui si sancisce con legge che la sessualità non ha nulla di naturale ma è una costruzione culturale diventa una reale possibilità per chi sostiene che esiste una famiglia naturale essere denunciati per azioni discriminatori. La legge è scritta male, non è un caso che Draghi, in aggiunta alle ovvietà sullo Stato laico e sul potere legislativo del parlamento, ha concluso richiamando il ruolo della Corte Costituzionale. Se non fosse chiaro il DDL Zan è incostituzionale. I Parlamentari che si sono esaltati per le ovvietà dette da Draghi non hanno colto la conclusione del discorso di Draghi. Da Laico, agnostico, di cultura politica Socialista e Democratica iscritto a Sinistra Italiana perché unica forza di opposizione a Draghi presente in Parlamento, ringrazio il Vaticano per le osservazioni che ha fatto perché difendendo la libertà di culto ha difeso anche la mia libertà. Sul documento della Segreteria di Stato del Vaticano bisogna fare una riflessione. In questi anni ho letto dichiarazioni di esponenti di Sinistra a favore di Bergoglio, le alzate di scudo di questi giorni provano come in molti non hanno capito il senso teologico e filosofico delle encicliche del papa. La difesa della natura fatta da Bergoglio non è cosa diversa dalle dichiarazioni a difesa della famiglia naturale, della riproduzione naturale ecc., sono parti integranti dello stesso ragionamento. Che Bergoglio abbia dichiarato “chi sono io per giudicare” è in linea con il pensiero Cristiano sin dalle origini. La filosofia Cristiana come ricorda Ratzinger, facendo la distinzione tra morale ed etica, è il fondamento della Libertà di coscienza e quindi del diritto di resistenza ad imposizioni di un’etica dello Stato in contrapposizione alla morale naturale. Per alcuni papa Francesco I sarebbe dovuto diventare il leader dei no global e del movimento anticapitalista. Mi chiedo: ma costoro hanno mai capito che la difesa dell’ ambiente è in contraddizione con l’ideologia che ispira il DDL Zan? Hanno capito o no che la difesa della natura è una sola cosa con il riconoscere il sesso come dato naturale e che la riproduzione naturalmente può avvenire solo tra un uomo e una donna ? Hanno capito che ridurre ogni cosa a costruzione culturale equivale a negare il senso stesso della natura? La conseguenza logica di una teoria che sostiene che la realtà sia solo una costruzione culturale è che anche la natura è una costruzione culturale e che potrebbe non esistere nemmeno al di fuori della ragione. Negare come pretende la teoria gender che l’identità sessuale sia una scelta in evoluzione che dipende da fatti culturali, educativi, da come ci si percepisce, ecc equivale a negare la natura stessa. La questione ecologica intanto ha senso perché riconosciamo che noi stessi siamo parte integrante della natura e che attraverso essa conserviamo noi stessi. La difesa dell’ ambiente ha in sé l’ idea della conservazione e una tale idea non può essere scissa da dati naturali come ad esempio la riproduzione. Nel momento stesso in cui si interviene su un dato come questo automaticamente si mette in discussione il dato naturale. È dal dato naturale che nasce la prima forma di società. Voler forzare determinati elementi significa creare le condizioni per la disumanizzazione e la contestuale negazione della natura. In conclusione, il confronto sul DDL Zan per PD, M5S, Leu è diventata una battaglia politica che ha come scopo quello di caratterizzare se il governo Draghi è più spostato a destra o a sinistra. In un contesto politico diverso nessun parlamentare di buon senso avrebbe approvato il testo di una legge palesemente anti democratica con pretese totalitarie sul piano etico. Per cui il dato drammatico è che, ancora una volta, stiamo assistendo alla pochezza di una classe dirigente che si dichiara di Sinistra dimenticando che la differenza tra destra e sinistra si misura sulle politiche economiche e sociali. I ceti politici di sinistra e di centro sinistra, ancora una volta, stanno dimostrando di non avere il senso della realtà e che per loro importante è non disturbare il manovratore. Draghi dal canto suo dicendo ovvietà applaudite dà la misura di cosa sono oggi i ceti politici che percepiscono il proprio “genere” come di sinistra.
Fonte foto: Adnkronos (da Google)