La Resistenza di Kobane non solo ha indebolito le milizie dell’IS ( Stato Islamico ) che sempre di più si avvicinano per orrore alle SS hitleriane, ma ha avuto il merito di mettere in evidenza le contraddizioni della borghesia turca guidata dai Fratelli Musulmani.
Erdogan, il califfo targato CIA, da un lato parla di lotta al terrorismo e dall’altra arma una organizzazione qaedista fortemente legata ad interessi colonialistici ed imperialistici. E’ chiaro che per Erdogan la definizione di ‘terrorismo’ è il marchio, attraverso cui le classi dirigenti turche bollano la sinistra anticapitalista. Questo è evidente e gli attivisti della sinistra marxista-leninista (maoista) se lo sono ricordato offrendo il proprio sostegno – contro il governo autoritario di Erdogan – proprio ai curdi di Kobane.
Il periodico di controinformazione on line “Contropiano” ci fa sapere infatti che “Nei giorni scorsi nella località del nord della Siria ha perso la vita Suphi Nejat Ağırnasl, un militante turco del Partito comunista marxista leninista (MLKL), accorso in uno dei tre capoluoghi del Rojava assediato da un mese per contrastare gli integralisti islamici. Suphi Nejat Ağırnasl era nato a Konya il 22 Settembre del 1984 ed ha perso la vita a Kobanê il 5 Ottobre scorso durante i combattimenti contro l’Isis”.
http://contropiano.org/internazionale/item/26966-kobane-le-ypg-commemorano-un-combattente-comunista-turco-morto-nei-combattimenti?highlight=YToxOntpOjA7czo2OiJrb2JhbmUiO30=
Non solo, All’interno della Turchia, ad Ankara e in altre grandi città, aumentano le manifestazioni contro un regime neoliberista colluso con la mafia delle petrol-monarchie. La CIA è grata a Erdogan per il suo ruolo di cane da guardia nella regione ma i lavoratori turchi, evidentemente, non sono dello stesso parere: aumentano gli scioperi, le manifestazioni contro le ambasciate Usa, la solidarietà nei confronti dei curdi e dei palestinesi, e contestualmente aumenta anche la repressione. Erdogan, con il beneplacet di Obama, usa l’Interpol, la polizia e l’esercito, così come i wahabiti utilizzano la religione per autolegittimarsi.
La Resistenza di Kobane è stata appoggiata dalla sinistra turca ma, come c’era da aspettarsi, anche dai comunisti palestinesi. Il Fronte popolare di liberazione palestinese si è dichiarato favorevole alla costruzione di un Fronte rivoluzionario unito in solidarietà del popolo di Kobane contro l’IS. Leggiamo:
“Oggi, i combattenti curdi, donne e uomini, lottano per la loro libertà e la loro vita contro questi gruppi reazionari, la cui presenza nella regione è stata equipaggiata, armata e sostenuta dall’imperialismo e dai suoi alleati e agenti nella regione. Non è un caso e nemmeno un mero simbolismo che l’ISIS stia attaccando Kobane con le armi degli Stati Uniti”, ha detto Barakat. “In particolare, il ruolo delle donne combattenti della resistenza curda a tutti i livelli di lotta e di leadership rappresenta un esempio eroico di sacrificio”
http://www.palestinarossa.it/?q=it%2Fcontent%2Fstory%2Fil-fplp-chiede-un-fronte-rivoluzionario-unito-solidariet%C3%A0-con-la-lotta-del-popolo-di-k
Non bisogna peraltro dimenticare che la Turchia, è partner commerciale di Israele. Una corretta analisi non può rimuovere questo elemento bensì deve metterlo al centro di una pluralità di riflessioni, anche in considerazione del fatto che il regime sionista israeliano (come del resto quello di Erdogan) è un pilastro del neocolonialismo occidentale in quell’area.
Qual è il gioco sporco di Israele in questo caso? Da una parte alimentare l’islamofobia sventolando lo spauracchio dell’IS ma, in realtà, controllare i terroristi attraverso i servizi segreti del Mossad. Israele inscena buffonate mediatiche anti-turche ma le sue multinazionali riescono a strappare al califfo Erdogan contratti vantaggiosi.
Israele ha tutto l’interesse a giocare con il califfo Erdogan: (1) Erdogan è in prima fila nella crociata contro la Siria baathista e gli Hezbollah, alfieri del laicismo e dell’antisionismo. (2) Erdogan è un sultano neoliberista che schiaccia i movimenti sociali da sempre solidali con il popolo palestinese. (3) Erdogan finanzia – insieme alla CIA – gruppi qaedisti funzionali alla costituzione del nuovo mediorente così come concepito dalla destra statunitense.
Il Mossad non può che approvare questo progetto. Fra le altre la rete TG 24 Siria (la notizia è stata pubblicata anche dal “The Guardian”) ci dà la sconvolgente notizia di come miliziani qaedisti facciano arrivare sul mercato nero di Gerusalemme bambini rapiti dai criminali dell’IS nei territori arabi da loro occupati e successivamente venduti a famiglie israeliane benestanti. Un fatto mostruoso che se fosse comprovato getterebbe una luce sinistra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, sull’IS ma anche su Israele. Come potrebbero infatti le “SS” dell’IS operare questo terribile traffico senza avere in qualche modo la copertura di Israele o quanto meno di pezzi importanti dei suoi apparati di sicurezza? Le modalità della collaborazione di Israele con l’IS stanno emergendo e dimostrano, ancora una volta, il risvolto brutale del capitalismo sionista.
Torniamo ora a Kobane.
La Resistenza curda ha diramato un documento in cui si afferma:
“Nosotros, el pueblo de las Comunidades Autónomas Democráticas de Afrin, Jazira y Kobani, una confederación de kurdos, árabes, arameos, turcomanos, armenios y chechenos, libre y solemnemente declaramos y establecemos esta carta.
En la búsqueda de la libertad, la justicia, la dignidad y la democracia y conducidos por los principios de la igualdad y la sostenibilidad ambiental, la Carta proclama un nuevo contrato social, basado en la convivencia y el entendimiento mutuo y la paz entre todos los hilos de la sociedad. Protege los derechos humanos y las libertades fundamentales, y reafirma el derecho de los pueblos a la libre determinación.
En virtud de la Carta, nosotros, el pueblo de las Comunidades Autónomas, nos unimos en el espíritu de la reconciliación, el pluralismo y la participación democrática para que todos puedan expresarse libremente en la vida pública. En la construcción de una sociedad libre de autoritarismo, el militarismo, el centralismo y la intervención de la autoridad religiosa en los asuntos públicos, la Carta reconoce la integridad territorial de Siria y aspira a mantener la paz interna e internacional.
Al establecer esta Carta, declaramos un sistema político y la administración civil fundada en un contrato social que reconcilia el rico mosaico de Siria a través de una fase de transición de la dictadura, la guerra civil y la destrucción, a una nueva sociedad democrática donde se conservan la vida cívica y la justicia social”
http://resistencia-antiimperialista.org/?p=68
Il documento ha un chiaro taglio progressista ed antimperialista; (1) si rivendica l’autogestione operaia. (2) la lotta all’imperialismo ed al capitalismo. (3) si riconosce che “la Siria baathista ha risolto la questione curda garantendo questi diritti nazionali all’interno di uno Stato laico e progressista”.
Da qui due considerazioni, sia di natura teorica che giornalistica: (1) Quando l’imperialismo aumenta la sua pressione le forze autenticamente antimperialiste tendono a solidarizzare fra loro e ad accentuare il carattere internazionalista della lotta. L’asse che si è costruito tra maoisti turchi , PKK curdo e comunisti palestinesi può essere compreso solo se si parte dall’assunto di cui sopra..
La stessa considerazione vale per gli stati imperialisti: come spiegare infatti che i macellai di Pravy Sektor, in Ucraina, siano solidali sia con l’IS che con Israele ? Come spiegano gli islamofobi nostrani le simpatie dei razzisti del Likud (estrema destra israeliana ) per Al Qaeda? Israele punta per davvero a diventare la capofila di una internazionale reazionaria?
(2) Gli USA vogliono annichilire i curdi turchi e siriani che, a differenza dei curdi iraniani ed irakeni, hanno difeso il legittimo governo siriano di Assad. L’indifferenza occidentale verso la tragedia di Kobane sta a dimostrarlo.
E’ importante sottolineare che all’offensiva del colonialismo Usa ed israeliano è seguita una grande risposta delle organizzazioni di classe nella regione. La vittoria della Resistenza di Kobane – urge la domanda – sarà la molla per una ripresa della Resistenza palestinese e magari per una Terza Intifada (si vedano le nuove violenze scatenate dalla destra likudista )? L’esempio dei guerriglieri curdi darà forza anche ai combattenti del Fplp? Non possiamo che augurarcelo: di certo non potrà esserci nessuna Comune di Kobane senza la liberazione della Palestina storica.