Mentre le organizzazioni sindacali ed una parte della stampa internazionale si mobilita in difesa del fondatore di Wikileaks, la sinistra politica e culturale ne rimane indifferente. In Ue, la ‘’sinistra’’ ha oramai abbracciato il neoconservatorismo è si appresta al governo col programma politico della destra radicale post-fascista.
Il Consiglio dei sindacati australiano ha invitato il governo ad aumentare le pressioni istituzionali su USA e Gran Bretagna, per fermare l’ingiusta persecuzione di Julian Assange:
“Continuare a perseguirlo rappresenta un attacco ai giornalisti, al giornalismo e al diritto pubblico di sapere”.
Altre organizzazioni sindacali e di stampa, finalmente, si sono mosse in questa direzione rimettendo in discussione i proclami ‘’anglo-statunitensi’’ sulla libertà d’espressione; due nazioni imperialiste impongono censura e sottosviluppo, globalizzando la declinazione neoliberista del Grande Reset:
′′Le accuse contro Julian Assange implicano il diritto costituzionale dei notiziari per pubblicare segreti di governo.” Associazione Inter Americana Stampa
Nel mentre Wikileaks ha pubblicato 250mila file sulla violazione dei diritti umani nella prigione di Guantanamo: si tratta di rivelazioni (tutte di prima mano) su capitalismo di sorveglianza, tortura e spionaggio ai danni dei dissidenti politici. Domanda: qual è il significato politico delle rivelazioni di Wikileaks?
- La sinistra post socialdemocratica europea e liberal USA, ha metabolizzato l’ideologia dei neoconservatori diventando un prolungamento ideologico dell’unilateralismo del Pentagono.
- Se Trump ha approfondito le politiche imperialiste dei ‘’democratici’’ sostituendo i rapporti di sudditanza militari con quelli commerciali, Biden ed Obama hanno globalizzato la Dottrina sulla ‘’guerra infinita ‘’. Sarà Joe Biden ha portare in Europa i meccanismi di subordinazione che Obama, fedele all’eredità di Bush, impose ad una parte del mondo non globalizzato distruggendone le sovrastrutture politiche.
L’ONG filo-USA Amnesty International, dopo quasi un decennio, ha dovuto ammettere che:
‘’La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basava su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione’’ 1
I media al servizio dello Stato profondo ‘’americano-sionista’’, nel maggio 2021, hanno perso l’aureola di difensori della libertà d’espressione, nel mondo occidentale chi dissente dall’aziendalizzazione degli Stati nazione rischia di finire incriminato e arrestato: la declinazione neoliberista del Grande Reset – fase ‘’suprema’’ dell’odierno capitalismo di sorveglianza – non ha nessuna legittimità costituzionale. Nello Stato di diritto ‘’nasce morto’’.
Continua Amnesty:
“La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks non dovrebbe essere punita perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Processare Julian Assange per questi reati potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari’’ (Ibidem)
Non bisogna girarci attorno: l’attuale sinistra post socialdemocratica (PSE; in Italia il M5S, Conte e Liberi e Uguali) ha sposato la matrice ideologica dei falchi liberal, il neoconservatorismo. Joe Biden, come ha spiegato il Premio Pulitzer Gleen Greenwald, completerà la transizione dalla globalizzazione finanziaria (fallita) ad una nuova Architettura di Potere, convertendo le istituzioni europee in ‘’comitati d’affari’’ delle lobby di Big Pharma e Big Tech e strangolando le libertà individuali sugli altari della ‘’guerra al terrore’’:
‘’Negli ultimi mesi la censura della Silicon Valley richiesta da politici e giornalisti ha preso di mira la destra, ma prima e contemporaneamente ha spesso preso di mira coloro che sono percepiti come a sinistra. Il governo ha spesso dichiarato “terroristi” i gruppi interni di destra, mentre negli anni ’60 e ’70 erano i gruppi di sinistra dediti all’attivismo contro la guerra a portare quella designazione . Nel 2011, la polizia britannica ha designato la versione londinese di Occupy Wall Street come un gruppo “terrorista”. Negli anni ’80, l’African National Congress fu così designato. “Terrorismo” è un termine amorfo che è stato creato, e sarà sempre usato, per mettere fuori legge un dissenso formidabile, indipendentemente dalla sua fonte o ideologia’’ 2
Joe Biden e Kamala Harris potrebbero fare più danni di Bush. La ‘’guerra al terrore’’, fino al 2016, è stata proiettata dai paesi dell’Alleanza Atlantica contro il mondo non globalizzato e gli Stati sovrani: contestare il neoliberismo, nel linguaggio dell’Impero, significava essere ‘’terroristi’’. La crisi pandemica e la conseguente ideologizzazione del coronavirus, hanno spinto le Elite a portarla all’interno delle nazioni capitaliste occidentali: chi contesta l’ideologia politicamente corretta (es. sionismo, femminismo, distanziamento sociale permanente, ecc …) per la lobby ‘’progressista’’ è un potenziale terrorista.
I ‘’progressisti’’ preoccupati per le sorti di Navalny, ignorano il destino del solo eroe moderno nell’epoca dell’indifferenza globalizzata: Julian Assange. Il campo ‘’progressista’’ (categoria contestata a suo tempo dal marxista di (ultra)sinistra Amadeo Bordiga) non merita futuro.
https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/
https://oltrelalinea.news/2021/01/21/ecco-la-nuova-guerra-al-terrore-di-biden-cosi-limita-le-liberta-individuali/
Fonte foto: La Stampa (da Google)