Insomma dietro la patinata coloritura di un mondo pieno di festosa gioia, di paternalistici sguardi commiserevoli, di conversazioni ispirate al tanto caro bon ton di prammatica, di case circondate da lunghi divani bianchi con librerie utilizzate come altari nobiliari, di vestiari pudici e sofisticati, si nasconde il più insopportabile atteggiamento classista. Di chi si percepisce un unto dal Signore nato per diffondere precetti e impartire lezioncine morali ricoperte di nauseabondo progressismo aristocratico.
La medesima nausea provocata dai civilizzatori ottocenteschi, i quali in nome della libertà e del progresso colonizzavano, schiavizzavano, reprimevano nel sangue le rivolte cafone e popolari. Ci si chiede spesso perché questi personaggi non raccolgano consensi. Eppure sembrano così buoni.
Ma il popolo possiede quella istintiva scaltrezza nell’individuare la doppia morale. Punita – a ragione – più severamente di una morale apertamente malandrina.