La tesi razzista sul ‘’virus cinese’’ fuggito dal laboratorio di Wuhan è stata l’arma di distruzione di massa dell’amministrazione Trump. Lo Stato profondo tedesco, con la nuova amministrazione Biden, potrebbe rilanciare la propaganda anticinese dell’Alt Right?
L’ispezione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definitivamente scagionato la Cina dalle accuse dello Stato profondo USA sulla presunta origine del virus.Nonostante ciò Roland Wiesendanger, scienziato dell’Università di Amburgo, ha rilanciato le ‘’teorie del complotto ‘’ dell’amministrazione Trump contro Pechino riscontrando un certo interesse da parte dell’establishment neoliberista. Una parte dell’informazione ‘’alternativa’’ europea, organica all’Alt Right, ha dibattuto positivamente le tesi di Wiesendanger senza accorgersi di scimmiottare l’ultima carta bruciata del complesso militar-industriale guidato da Donald Trump: come mai l’imperialismo tedesco, proprio in questo momento, dà credito alla vecchia propaganda nord-americana, ovviamente in funzione anti-cinese?
Per rispondere con serietà a questa domanda dobbiamo ricordare ai lettori l’origine dell’assurda ‘’teoria del complotto ‘’ anti-cinese; il 24 gennaio 2020 sulle pagine del Washington Times, un ex tenente-colonnello dell’intelligence militare israeliana, Danny Shoham, scriveva che “Il coronavirus potrebbe essere nato in un laboratorio collegato al programma di guerra biologica cinese”. Basterebbe dare un’occhiata al curriculum vitae di Shoham per renderci conto che l’accusa è totalmente funzionale alla ricostruzione dell’alleanza ‘’americano-sionista’’ contro l’Eurasia:
‘’Shoham è attualmente membro del Begin-Sadat Center for Strategic Studies, centro di ricerca collegato al Partito Likud presso l’Università israeliana di Bar-Ilan. Uno sguardo al suo lavoro presso l’istituto rivela una chiara dedizione all’agenda del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con particolare attenzione a contenere l’Iran e insistere sul cambio di regime in Siria. Il Centro Begin-Sadat precedentemente sollecitò l’occidente a non combattere lo SIIL, ponendo il gruppo jihadista come “strumento utile” per minare il governo siriano e l’Iran. Oltre a Shoham, il Washington Times citò un rapporto radiofonico di Radio Free Asia (RFA) che insinuava che il Wuhan Institute of Virology avrebbe potuto essere la fonte del Covid-19. Non menzionato è il sinistro ruolo di RFA come agenzia di stampa del governo degli Stati Uniti creata durante la guerra fredda come parte della ” Rete di propaganda mondiale costruita dalla CIA”, secondo il New York Times’’ 1
Continua:
‘’È importante notare che la Francia, il Paese con la maggiore esperienza e conoscenza del laboratorio di Wuhan oltre alla Cina, ha respinto con forza le notizie secondo cui il nuovo coronavirus sia nato nella struttura. “Vorremmo chiarire che finora non ci sono prove concrete a conferma dei recenti rapporti sulla stampa nordamericana che collegano le origini del Covid-19 e il lavoro del laboratorio P4 [o BSL-4] di Wuhan, in Cina”, secondo un funzionario dell’ufficio del presidente Emmanuel Macron, il 18 aprile. Secondo l’OMS , “furono fatti molti investimenti nella formazione del personale”, con la formazione di ricercatori negli Stati Uniti, Francia, Canada e Australia e poi nazionali prima che il laboratorio diventasse operativo. I ricercatori cinesi furono schietti e trasparenti nel protocollo di sicurezza, pubblicando, a maggio 2019, una panoramica del programma di formazione degli utenti di laboratorio in una pubblicazione del CDC statunitense sulle malattie infettive emergenti’’ (Ibidem)
Tolto di mezzo Trump, lo schieramento neoliberale europeo abbraccerà la propaganda della lobby sionista? La medicina (come ho già spiegato) non è esente dal conflitto di classe e, conseguentemente, dal conflitto inter-imperialista e dalle relazioni geopolitiche: la lobby di Big Pharma è nemica della Cina. La Germania, con l’elezione dell’amministrazione ‘’democratica’’, si è avviata verso la costruzione d’una nuova Architettura di Potere rilanciando la propaganda di Trump e dei neofascisti dell’Alt Right: adesso è Pechino il nemico principale dell’imperialismo dell’Ue mentre i ‘’cani da guardia’’ dell’ultraborghesia anglo-tedesca, corrotti dalla lobby di Big Pharma, nel giro di pochi giorno hanno dato in pasto ai lettori una nuova retorica ‘’fascistizzante’’. Qual è la linea dello Stato profondo tedesco?
- Il golpe bianco di Mario Draghi andrebbe ricollocato come un attacco frontale al “Partito cinese” della borghesia industriale (ceti medi produttivi e borghesia nazionalista) italiana; nel 2021, questo blocco sociale ‘’semi-indipendente’’ si ritroverà degradato, nella gerarchia della conflittualità inter-borghese, al sottorango di industria decotta subalterna al Capitale anglosassone e tedesco. La Questione meridionale, sistematizzata da Antonio Gramsci, merita una ridiscussione metodica nella colonizzante prospettiva europea.
Washington ha rilanciato la ‘’guerra infinita ‘’ contro Damasco e Mosca; terminata la parentesi del presidente Trump, la Germania si è ricandidata al ruolo di nazione sub-imperialista contrapponendo il suo neocolonialismo finanziario all’espansionismo antiamericano della Cina. Non è casuale la penetrazione della Fondazione Gates nel cuore dell’Ue, in supporto al complesso militar-industriale USA nella guerra farmacologica di quarta generazione.
Il Partito comunista cinese, la cui prospettiva è ben diversa da quella dell’OMS, non ha nessuna intenzione d’incassare senza reagire le spacconate di Berlino e Washington: il Ministro degli Esteri Weng Wenbin ha parlato apertamente di “virus liberale anglosassone” o “virus imperialista angloamericano”, orientamento già noto all’interno dell’Elite pan-asiatica quando, nei primissimi giorni dell’emergenza sanitaria, Zhong Nanshan, virologo cinese protagonista nella lotta contro l’epidemia di Sars del 2002-2003“, avanzò l’ipotesi che l’origine del virus potesse essere occidentale.
Questa letteratura non si smuove dal rispettabile campo delle ipotesi, ma le accuse di Pechino – dopo una accurata disamina – sono decisamente più solide rispetto agli sproloqui di Washington. Un portavoce del governo, Zhao Lijian, ha esaminato un video proveniente dal direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) il quale davanti al Congresso ha ammesso come alcuni cittadini americani morti per cause inizialmente riconducibili all’influenza stagionale, in realtà, erano risultati positivi al nuovo coronavirus. La domanda, avanzata nel marzo 2020, è stata oscurata dai media ufficiali:
“Quando è apparso il paziente zero negli Stati Uniti? Quante persone sono state infettate?” 2
Fin dal marzo 2020, l’analista strategico Paul Craig Roberts e l’ex agente della CIA Philip Girardi (provenienti entrambi dal Deep State) hanno ricordato ai giornalisti come gli USA abbiano molti precedenti storici per quanto riguarda la guerra bio-chimica; rimaniamo nel campo delle supposizioni, ma là dove viene rilanciata la ‘’teoria del complotto ‘’ anti-cinese è doveroso replicare menzionando fonti autorevoli che ripercorrono l’ipotesi inversa. La guerra multidimensionale contempla verità, mezze-verità, tanta propaganda e manipolazione di massa: al momento nessun analista è in grado di offrire certezze sull’origine del coronavirus, nonostante ciò la CIA risulta coinvolta perfino nel laboratorio P4 di Wuhan. Le accuse contro la Repubblica popolare cinese nascondono un messaggio politico: Biden ha adottato in politica economica una parte del programma di Donald Trump (es. guerra commerciale), al contempo la Germania si appresta a diventare attore e vittima nella transizione ad una nuova Architettura di Potere. Gli europei rinunceranno (definitivamente) alla loro libertà? Nei prossimi mesi, l’establishment neoliberista prenderà di mira la classe lavoratrice cercando di annichilire definitivamente la sua capacità di esprimere forza politica, sindacale e contrattuale: per gli speculatori transnazionali del Forum di Davos, tutto questo, corrisponde alla quarta rivoluzione industriale. Futuro o distopia.
http://aurorasito.altervista.org/?p=11685
https://europa.today.it/attualita/cina-accusa-trump-coronavirus.html
Fonte foto: Cina in Italia (da Google)