Egregio Direttore di “Sport Mediaset” Alberto Brandi
https://youtu.be/sZ-kspiCFCc
A volte, ma sempre più spesso, lo spettatore è costretto ad ascoltare una storia, che così raccontata non vorrebbe mai sentirla.
Carlo Petrini, nelle sue memorie che si trovano nel libro “Nel fango del dio pallone” scrive che “i calciatori, a parte il loro sport, non sanno niente e non sanno fare un altro lavoro”.
Ricollegherei il suo pensiero ai giornalisti e commentatori televisivi che hanno appeso le loro scarpette al chiodo, presenti nel salotto televisivo della trasmissione calcistica “Pressing” andata in onda su “Italia 1” nelle ore più buie di domenica 7 febbraio 2021.
Commentando le gesta nel rettangolo verde della squadra della Juventus, il giornalista Franco Ordine affermava che “la brutta copia dell’attuale Juventus assomiglia a Tina Pica, mentre la bella copia, rivolgendosi all’avvocato Massimo Zampini, assomiglierebbe a Belen”.
Franco Ordine, forse pensava di gettare “disordine” o almeno ilarità con questo miserabile accostamento, invece gelo in studio, tutti solo a chiedersi chi fosse mai stata Tina Pica, solo capaci di ironizzare sull’eta’ del “diversamente giovane” Franco Ordine e che quella sconosciuta fosse legata alle memorie dei suoi migliori anni.
Dopo la “fatturazione” dei “consigli per gli acquisti” la conduttrice Giorgia Rossi sfoderando un sorriso che non conosce sconfitte e ingiurie dal tempo, sinteticamente affermava trionfante che Tina Pica era stata un attrice teatrale e cinematografica, ma era nata, cercando di aumentare il suo smagliante sorriso, nel lontano anno 1884.
Mi piace adesso pensare come avrebbe replicato la leggerandaria Tina Pica a tutto ciò; forse avrebbe dedicato alla conduttrice Giorgia Rossi e alla trasmissione la battuta “Al piacere di non rivederla” che concluse amaramente il sodalizio artistico con Eduardo De Filippo.
Franca Valeri ricordando la voce cavernosa e metallica di Tina Pica, che aveva due grandi passioni: il fumo e il gioco come quella di Vittorio De Sica che la diresse nel suo ultimo ultimo film “Ieri,oggi, domani”, disse “che per definire la sua voce, bisognerebbe inventare un suono”.
P.S. Il titolo è tratto dai dialoghi del film “Dust” (2001) di Milco Mancevski
Fonte foto: La Repubblica (da Google)