Ho appena letto un post su FB in cui una persona – di cui preferisco non fare il nome – citata in giudizio dalla famiglia del filosofo Costanzo Preve (e proprio ieri assolta), scrive testualmente: “Si è trattato di un processo penale intentato contro di me dalla famiglia di Costanzo Preve di cui avevo detto che aveva pubblicato con case editrici di estrema destra (Il settimo sigillo e All’insegna del Veltro!!) e aveva finito per prendere posizioni negazionistiche della Shoah (documentate da decine di passi)”.
Che Preve abbia pubblicato libri anche con case editrici di estrema destra è vero, e infatti a mio parere è stato uno dei suoi più gravi errori. Ma che Preve sia stato un negazionista della Shoah, per quanto mi riguarda, è una pura fantasia.
Ho letto tutti i libri del “secondo Preve”, diciamo così, quello “incriminato”, e vorrei che qualcuno mi riportasse quelle “decine di passi” in cui lo stesso Preve negherebbe o minimizzerebbe l’Olocausto, perché io non ne ho trovato alcuno, e se lo avessi trovato ne avrei preso immediatamente le distanze.
Non conosco le motivazioni in base alle quali la magistratura ha preso la decisione di assolvere la persona in questione, ma questo aspetto della vicenda mi interessa molto poco, per la verità.
Per quanto mi riguarda – errori politici a parte, fra cui quello di aver pubblicato alcuni libri con case editrici di estrema destra, che non ho mancato di stigmatizzare duramente – Costanzo Preve è stato oggetto di una vergognosa campagna di sistematica denigrazione da parte degli ambienti politici, culturali e accademici della “sinistra” politicamente corretta. Considerarlo o anche solo lontanamente paventare che potesse essere un negazionista dell’Olocausto è semplicemente vergognoso. Una favola inventata per screditarlo e per screditare le sue idee.
Preve, fra le altre cose, era un critico radicale dell’attuale “sinistra”, sia di quella “liberal” che di quella “radical” che considerava, come il sottoscritto del resto, del tutto organica se non simbiotica al sistema capitalista e, giustamente, a mio parere, ne auspicava la fine. “Per ricostruire – usava dire – è necessario prima sgomberare le macerie, perché non si può costruire sulle macerie”.
Questo giudizio così radicale gli ha portato –né poteva essere altrimenti – l’odio di quegli ambienti, i quali sono anche arrivati a sostenere che la sua critica fosse in realtà mossa da un rancore dovuto al fatto di non essere riuscito ad entrare nel mondo accademico. Ennesima fandonia, fra le altre, per gettare fango su un pensatore non allineato al mainstream politico-mediatico politicamente corretto. Nulla di nuovo, tutto sommato. Del resto – sempre per portare un altro esempio – chi critica il femminismo (forse il mattone principale dell’ideologia politicamente corretta) viene tacciato, al meglio, di essere uno “sfigato”, un misogino, uno che ha problemi nel relazionarsi con le donne e altre simili amenità fra cui, anche in questo caso, di essere un negazionista (e naturalmente reazionario e fascista).
Per cui non posso che rinnovare la mia solidarietà alla famiglia di Costanzo Preve che, giustamente, è impegnata a difendere la storia politica e personale e l’immagine pubblica di un uomo specchiato che non aveva scheletri di nessun genere nell’armadio.