So di dire una cosa che farà arrabbiare e forse scandalizzare molti, ma è quello che penso e quindi la dico.
Mi pare di poter affermare – con la premessa che non sono un esperto – che il covid sia una patologia grave ma non un flagello, e sono convinto che se avessimo avuto un sistema sanitario nazionale PUBBLICO, robusto, esteso, solido, articolato in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, non ci troveremmo in questa situazione e avremmo potuto gestire con molta più serenità la crisi pandemica. Il discorso, sia chiaro, riguarda non solo l’Italia, ma anche tutti gli altri paesi coinvolti, a cominciare dagli USA dove la sanità pubblica è stata da sempre messa sotto i tacchi.
L’enfatizzazione mediatica sul covid se non il vero e proprio terrorismo psicologico a cui siamo sottoposti dalla mattina alla sera, serve sostanzialmente a depistare e a coprire le vere responsabilità, politiche e morali, di un sistema sociale fondato non sulla difesa e la salvaguardia del benessere delle persone e della comunità, ma sulla logica del profitto.
Perché è evidente che se la stella polare di un sistema sociale è il profitto individuale e l’accumulazione privata e in linea teorica illimitata di ricchezza, tutto il resto – sanita, istruzione, trasporti, edilizia popolare, ambiente, cultura, socialità ecc. – diventa secondario se non marginale. E lo diventa perché, nella logica capitalista, non produce profitti.
E’ questa la ragione per cui siamo finiti in questa sorta di buco nero, di cappa plumbea che produrrà e già sta producendo conseguenze drammatiche sia dal punto di vista economico che soprattutto sociale e anche psicologico.
Il bombardamento mediatico ripetuto, sistematico e ossessivo sul covid serve quindi sostanzialmente da depistaggio ideologico. Bisogna occultare decenni di politiche neoliberiste che hanno devastato e smantellato la sanità e in generale tutto ciò che è pubblico. Nessuno parla più – fateci caso – del famigerato (e criminale) “fiscal compact” che ha imposto, di fatto, politiche economiche criminali che hanno portato, appunto, allo smantellamento o comunque al grave indebolimento e depotenziamento delle strutture e dei servizi pubblici, in primis della sanità. Al punto tale che oggi si è giunti al paradosso di fare appelli ai medici e agli infermieri in pensione per chiedergli di dare una mano…
Ma quello che bisogna occultare – enfatizzando oltremodo la virulenza del virus – è appunto il fatto che la situazione in cui ci troviamo è la diretta conseguenza di una logica e di una ideologia fondata sull’accumulazione di capitale che non tiene in alcuna considerazione il bene pubblico.
Le multinazionali stanno già facendo a gara a chi arriverà per prima a trovare il vaccino e a brevettarlo, naturalmente per poterne trarre ulteriori enormi profitti. Sarà fondamentale dare battaglia affinchè il vaccino sia pubblico, libero, gratuito e accessibile a tutti, in particolare alle popolazioni più povere del pianeta.
La responsabilità morale e politica, dunque, della situazione che stiamo vivendo, non è tanto del virus, grave ma non gravissimo, ma di un sistema economico, sociale, ideologico e politico che lo ha reso devastante, più di quanto non lo sia effettivamente. Il focus mediatico ossessivo sull’uso delle mascherine, sull’evitare assembramenti (misure comunque necessarie, data la situazione, sia chiaro…), sui comportamenti individuali, serve anch’esso a spostare l’attenzione dalla vera questione che è quella di cui sopra.