Uomini o somari?

Come ho avuto modo di ribadire più volte non sono un esperto, scienziato, virologo, infettivologo, statistico che sia, quindi non entrerò volutamente nel dibattito, quasi da bar sport, che imperversa ovunque sulle misure necessarie per contrastare il covid: lockdown sì, lockdown no, lockdown totale, lockdown parziale oppure briglia sciolte, “tana libera tutti” e chi si fotta si fotta…

Una volta si diceva che gli italiani si sentono tutti allenatori di calcio, oggi tutti pretendono di dire la loro su una cosa molto più seria e drammatica di cui non sanno nulla.

Una cosa è certa. Per quanto mi riguarda, potrei forse esprimere un parere con relativa cognizione di causa su come schierare una squadra di calcio o sul modulo da utilizzare, ma sicuramente non sono in grado di dire nulla di fondato su una questione sulla quale anche autorevoli scienziati si sono divisi.  Onde per cui alzo le mani e mi affido a chi ne sa, in materia, infinitamente più di me (che non ne so nulla) nella speranza che prevalga la posizione più valida ed efficace. E in questo caso, come si dice per i medici, “lo scienziato bravo (come appunto il medico) è quello che ci azzecca”.

Del resto, non posso fare altro, e non voglio prendere parte al teatrino di tutti coloro che si improvvisano esperti, interpretano numeri, dati, percentuali, fanno previsioni ecc. e sulla base delle loro interpretazioni ci spiegano che siamo nel pieno di una catastrofe umanitaria di proporzioni colossali oppure, dall’altra parte che siamo dentro una gigantesca montatura mediatica montata ad arte.

La sola cosa che posso fare (ed è inevitabile) è riflettere. E la prima cosa che mi viene in mente è che in ogni cosa che accade al mondo – quindi anche le catastrofi naturali come questa – c’è chi ci rimette le penne e chi ne trae vantaggi, c’è chi si impoverisce e chi si arricchisce, chi finisce sul lastrico e chi fa affari d’oro.

E’ la scoperta dell’acqua calda, direte voi. E’ vero, ma in questi tempi di “caduta verticale (neanche tendenziale) del saggio di coscienza di classe” è bene ricordarlo.

Giorni fa un report di Mediobanca (ho detto Mediobanca, non il bollettino del partito bolscevico clandestino…) ci ha spiegato che alcune grandi aziende (Amazon, Google, Facebook e altre) e multinazionali hanno fatto e stanno facendo profitti incredibili in questa crisi covid, moltiplicando i loro fatturati di decine e decine di miliardi. Oggi leggevo su varie agenzie che anche alcune grandi aziende asiatiche (cinesi, coreane ecc.) hanno ottenuto e stanno ottenendo gli stessi risultati.

Nello stesso tempo è evidente a tutti – non c’è bisogno di statistiche o particolari studi per capirlo, è sufficiente guardarsi intorno – che tanta gente “normale” si sta impoverendo, chi sta chiudendo la sua piccola impresa o l’ha giù chiusa, chi sta perdendo il suo posto di lavoro o l’ha già perso, chi era già povero e ora sta andando in miseria o rischia molto concretamente di andarci, chi era in condizioni tutto sommato discrete e ora si sta impoverendo, e così via.

Questo è il dato di fatto, quello indiscutibile, non interpretabile. E ci dice che, come al solito e come ribadisco ancora una volta, anche in caso di calamità naturali, la storia è sempre la stessa. Alcuni, pochi, si arricchiscono, mentre altri, la maggior parte, si impoveriscono.

Il mio invito è a riflettere su questo. Riflettiamoci tutti. Forse sarebbe meglio smettere di rincorrere il sogno individuale con il quale ci prendono per il culo, smettere di farci imbambolare dal canto delle sirene dell’ideologia dominante (verso la quale la maggior parte di noi, se siamo onesti, è molto sensibile…) non foss’ altro per buon senso. Vogliamo partecipare ad una corsa (peraltro truccata…) dove è previsto che solo uno su mille ce la faccia (ma se anche fossero cento non cambierebbe nulla…)? Non sarebbe ora che quei novecento su mille si guardassero in faccia e si dessero una regolata? Cosa ci conviene fare? Azzannarci fra noi nella speranza di poter un giorno riuscire a far parte di quei cento oppure organizzarci per farli fuori?

Ecco, io credo che si debba imparare da ogni frangente, da ogni evento che accade nella nostra vita.  E proprio (e anche) questo maledetto virus che si è abbattuto su tutti noi (ma in maniera molto diversa e con conseguenze molto diverse, come abbiamo visto, da soggetto a soggetto…) possa e debba portarci ad una rivisitazione integrale del nostro modo di vedere le cose. Indipendentemente dal decorso della pandemia e da quali saranno le risposte (sia sanitarie che politiche) che verranno prese.

Quel sogno di cui sopra, è una truffa, un inganno, una carota agitata davanti agli occhi di quei novecento su mille per farli galoppare come somari e per mettere gli uni contro gli altri.

Il quesito a questo punto è: siamo esseri umani o somari (con tutto il rispetto per questi simpaticissimi animali)?

APPUNTI – POMODORI ROSSO SANGUE

 

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