Ho avuto la sventura di vedere la giornalista Tiziana Ferrario (praticamente un clone di Lilli Gruber) intervistata dal conduttore di Piazza pulita, Corrado Formigli: https://www.la7.it/piazzapulita/video/lintervista-integrale-a-tiziana-ferrario-25-09-2020-341496
La Ferrario era lì per presentare il suo libro (di cui non faccio il nome per ragioni di decenza), un trattatello semiserio sul maschilismo in Italia e sulla condizione di discriminazione in cui si trovano o si troverebbero ancora le donne.
La prima cosa da dire è che non si è trattata di una vera e propria intervista. Formigli – scandalosamente a pelle di leopardo – non le ha rivolto nessuna domanda non dico che potesse metterla in difficoltà ma che, al limite, potesse suscitare un minimo di dibattito o di riflessione critica. Mancava solo che si sdraiasse ai suoi piedi alla fine di quella che era palesemente una marchetta e le chiedesse di lustrarsi le scarpe sulla sua schiena. E non sto esagerando. Miracoli di cui ormai solo il femminismo è capace.
Ma veniamo all’oggetto di questa oscena sceneggiata.
Non approfondisco più di tanto perché chiunque (abbia lo stomaco) può vedere il video linkato e farsi un’idea della serie di scontate banalità che siamo abituati a sentire da decenni in ogni dove. E naturalmente condisce questa sequela di luoghi comuni (e di falsità…) con pseudo battute di una volgarità e di un sessismo sconcertante, a partire da quella che tutti/e noi avremo ascoltato centinaia di volte nella nostra vita e cioè che “gli uomini sanno fare una sola cosa alla volta, mentre le donne ne possono fare tre o quattro”.
Dopo di che ci ricorda, appunto, che il mondo è ancora dominato dal maschilismo e lo dimostra il fatto che ai vertici degli stati e dei grandi organismi internazionali ci sarebbero soltanto uomini e “machi” a cominciare da Trump e Bolsonaro. Chissà perché si è dimenticata di dire che la Presidente della Commissione europea è una donna, e così la Presidente della BCE (Banca Centrale Europea), del FMI (Fondo Monetario Internazionale) e della Cancelliera tedesca, cioè il presidente in pectore dell’UE, vale a dire il Gotha del capitalismo finanziario europeo e internazionale. Robetta da niente, insomma…
Non si è però dimenticata della Clinton (che solo per un soffio – ricordo – e per un sistema elettorale bislacco, non è diventata Presidente degli USA..) di cui ha tessuto l’elogio. “Poverina – ha detto – mi dispiacque tanto quando non ce la fece ad essere eletta…”. “Poverina, dice lei, come se parlasse di una ragazzina in difficoltà…
Ricordo che stiamo parlando di Hillary Clinton, detta “Killary”, cioè di una delle donne più potenti degli Stati Uniti, sostenuta da diverse lobby, una delle strateghe del “caos” mondiale (non a caso, definita, “la regina del caos”), sostenitrice e attuatrice della famosa “dottrina “Brzezinskj” (che prevede la destabilizzazione dell’intera area che va dall’Asia centrale fino all’Africa), responsabile politica e morale, fra gli altri, della guerra contro la Siria e dell’aggressione alla Libia. Quella che ha salutato con un ghigno sprezzante e beffardo in mondovisione il barbaro linciaggio a cui è stato sottoposto l’ex Presidente della Libia, Muhammar Gheddafi. Ma questi sono dettagli per la Ferrario, perché ciò che conta è che la Clinton sia una donna.
Formigli gli chiede ad un certo momento – abbozzando un timidissimo tentativo di provare a trasformare quella vergognosa marchetta in qualcosa che potesse somigliare ad un’intervista – che cosa ne pensasse della Meloni, leader di un partito di destra, anzi del partito post-fascista per eccellenza. Ma la Ferrario si limita a dire che la Meloni è una donna in gamba, capace di gestire un partito formato da uomini duri, forti, e di tenerli al loro posto, e lascia intendere che secondo lei anch’ella è in fondo una femminista (e lo credo anche io, infatti..). “Del resto – ha soggiunto lei stessa – il maschilismo è un fenomeno assolutamente trasversale”. Anche il femminismo infatti, aggiungo io, lo è. E proprio la Ferrario lo conferma.
Purchè siano donne, insomma, vanno tutte bene. Se poi sono fasciste, reazionarie, post-fasciste oppure guerrafondaie imperialiste al soldo di questa o quella lobby, va benissimo lo stesso; questi diventano dettagli… Peccato che Formigli non le abbia ricordato che anche la leader lgbt e femminista del partito di estrema destra ultra nazionalista, ferocemente islamofobo e razzista tedesco, l’Alternative fur Deutschland, è una donna. Ma sono certo che la risposta sarebbe stata la stessa.
Non poteva mancare l’affondo sarcastico (sollecitato da Formigli) nei confronti di Salvini, paragonato ad una sorta di Trump in miniatura ma “affogato nel Mojito” (citazione della Ferrario). Insomma, Salvini si può perculare mentre la Meloni, anche se forse appartiene ad una destra ancora più indigesta di quella di Salvini (quella degli eredi del MSI, partito ultra reazionario di destra, spudoratamente, anch’esso filo atlantico e filoisraeliano come la Lega), va celebrata a prescindere perché ovviamente appartiene al genere giusto. Esprimendosi in questo modo, peraltro, la Ferrario ha offerto un enorme assist politico alla Meloni, sicuramente in crescita (e in modo uniforme su tutto il territorio nazionale) che sta contendendo la leadership della destra proprio a Salvini, in fase calante e comunque incapace di sfondare al di sotto della linea Gustav, come si suol dire. Che sia anche questa una marchetta o solo superficialità e dabbenaggine di una donna tanto arrogante e spocchiosa quanto maldestra?
Per concludere, l’ultima chicca. “Questo paese ha un gran bisogno delle donne (questo lo penso anche io, per la verità…) – spiega la Ferrario – e oggi le donne laureate sono molto più numerose degli uomini laureati, hanno molte più competenze, professionalità ecc. ecc. “.
Curioso che in un paese dove ancora le donne sono discriminate per definizione, la maggior parte delle laureate, cioè della futura classe dirigente, siano donne. Una contraddizione? Non c’è dubbio? Un autogol della Ferrario? Sicuramente, se la logica fosse di casa e se ci fosse qualcuno che glielo facesse notare.
Le parole della Ferrario spiegano meglio di qualsiasi analisi qual è la natura reale del femminismo.
Fonte foto: TvBlog (da Google)