La polizia americana a scuola da quella israeliana

Web: foto uomo legato e bendato da polizia Usa. Ma lì nessuno s ...

Fonte foto: Liguria Notizie (da Google)

 

Alcuni analisti hanno notato che lo strangolamento dell’afroamericano George Floyd presenta inquietanti somiglianze con la prassi omicida dell’esercito israeliano a Gaza, Gerusalemme Est e Libano. I corpi schiacciati sotto gli scarponi non sono il prodotto di menti perverse devastate dal razzismo classista, ma nascono da precise tecniche d’intervento apprese nelle scuole di polizia e nei centri di ‘’formazione’’ dove ‘’addestratori’’ stranieri formano perfetti assassini. Lo Stato sionista dispone di un complesso militar-industriale, collegato all’industria bellica euro-atlantica, capace di istruire squadroni in giro per il mondo.

Perfino Amnesty International, solitamente morbida con Washington e Tel Aviv, in un report dell’agosto 2016 sottolineò una ‘’amnesia’’ del Dipartimento di Giustizia USA che non aveva ricordato gli strettissimi legami del Dipartimento di Polizia di Baltimora con Israele. La fonte (Amnesty) non è imputabile d’antisemitismo:

“Gli ufficiali e gli agenti di polizia di Baltimora, insieme a centinaia di altri provenienti dalla Florida, dal New Jersey, dalla Pennsylvania, dalla California, dal Connecticut, da New York, dal Massachusetts, dal North Carolina, dalla Georgia, dallo Stato di Washington così come la polizia della capitale, si sono recati in Israele per attività addestrative. Migliaia di altri poliziotti sono stati addestrati da ufficiali israeliani negli Stati Uniti. Molti di questi viaggi sono stati finanziati con fondi pubblici mentre altri da privati. A partire del 2002, l’Anti-Defamation League, l’American Jewish Committee’s Project Interchange e il Jewish Institute for National Security Affairs hanno pagato la formazione in Israele e nei Territori occupati dei capi della polizia e dei sottoposti. Ciò nonostante Amnesty International, altre organizzazioni dei diritti umani e lo stesso Dipartimento di Stato abbiano citato la polizia israeliana per aver eseguito esecuzioni extragiudiziarie e altri omicidi illegali, utilizzato trattamenti disumani e la tortura (anche contro bambini), soppresso la libertà di espressione ed associazione ed ecceduto nell’uso della forza contro pacifici manifestanti” 1

Il giornalista Antonio Mazzeo ha documentato la globalizzazione dello stato profondo israeliano, una proiezione del ‘’modello’’ apartheid di cui l’Italia è complice. E’ operativo un Accordo di pubblica sicurezza fra Italia e Israele sottoscritto a Roma il 2 dicembre 2013 e ratificato, con voto bipartisan, nel maggio 2017 che copre una ampia cooperazione fra le forze di polizia dei due stati: “I Governi di Italia e Israele – si legge nella lunga premessa all’Agreement – riconoscono il reciproco interesse a cooperare al fine di proteggere dalle minacce i propri popoli, beni ed interessi, contrastando la criminalità in genere al fine di garantire la sicurezza pubblica; (sono) consapevoli che i fenomeni criminali connessi con la criminalità organizzata, la migrazione illegale, la tratta di esseri umani, il commercio illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e precursori di droghe, colpiscono in modo considerevole entrambi gli Stati, pregiudicando sia la sicurezza, che l’ordine pubblico che il benessere e l’incolumità fisica dei propri cittadini; (sono) desiderosi di agevolare e sviluppare la cooperazione fra di loro, anche attraverso lo scambio di conoscenze, esperienze, informazioni e tecnologie” (Ibidem). L’idea di ‘’ordine pubblico ‘’ mandata avanti dall’establishment americano-sionista ed europea non riflette le priorità dello stato sociale, siamo agli antipodi della legalità: la povertà viene sistematicamente criminalizzata, le carceri hanno preso il posto delle ‘’vecchie’’ istituzioni psichiatriche (un’altra vergogna per lo stato di diritto), mentre gang organizzate sul ‘’modello’’ pandillas devastano le periferie. La militarizzazione della società civile a seguito del congelamento della vita sociale, è funzionale al perfezionamento della tecnologia di sorveglianza favorendo la penetrazione dell’imperialismo israeliano negli USA ed in Europa. L’Effetto Lucifero ovvero la caccia al senza tetto ‘’untore’’ scatenata dai media di regime, diventa – cito l’islamologo Tariq Ramadan – ‘’israelizzazione del senso comune’’.

La tecnologia di sorveglianza israeliana ha invaso gli USA. L’ex agente della CIA, ora giornalista investigativo, Philip Girardi, è una fonte solitamente affidabile e ben informata.

“La penetrazione israeliana delle telecomunicazioni negli Stati Uniti è iniziata negli anni ’90, quando società americane come AT&T e Verizon, le entrature principali della National Security Agency (NSA) per la sorveglianza delle comunicazioni, hanno iniziato a utilizzare hardware di produzione israeliana, in particolare per la sorveglianza delle forze dell’ordine e la registrazione dei clandestini. I dispositivi avevano una cosiddetta backdoor, il che significava che tutto ciò che facevano era condiviso con Israele. I cyber specialisti israeliani hanno persino fatto irruzione in reti classificate, con la NSA e l’FBI consapevoli di ciò che stava accadendo, ma non disposti a confrontarsi con “il miglior alleato dell’America”’’ 2

Girardi ‘’scherza’’ sulla subordinazione statunitense alla lobby sionista: ‘’Una volta il Presidente Bill Clinton ha detto scherzando a Monica Lewinski, che avrebbero dovuto evitare di usare il telefono dello Studio Ovale perché qualcuno avrebbe potuto ascoltare. Si stava riferendo a Israele’’ (Ibidem). E’ importante aggiungere che la penetrazione imperialista della security israeliana viene delegata dallo Stato ‘’per soli ebrei’’ ad agenzie private quindi abbiamo la privatizzazione della repressione; non si tratta di ‘’squadroni nazionali’’, ma squadroni padronali. La definizione del giornalista Chris Hedges è pertinente: fascismo aziendale. Da Minneapolis all’Italia, gli apparati di polizia apprendono le tecniche dei maestri della pulizia etnica lanciando un chiaro messaggio: il “carcere di Gaza” sarà la detenzione sociale del futuro.

Nello stesso tempo (quasi in soccorso di Donald Trump), l’FBI ha ordinato a Facebook e Google di rimuovere American Herald Tribune, sito alternativo che pubblica autori critici sulla politica estera nordamericana. Uno degli autori nel libro nero dell’FBI è proprio Philip Girardi, leggiamo su The Gray Zone uno dei migliori siti d’inchiesta statunitensi diretto dal giornalista Max Blumenthal:

‘’Un importante autore indipendente di AHT è Philip Giraldi, un veterano con 18 anni nel servizio clandestino della CIA e critico verso le guerre statunitensi in Medio Oriente e l’influenza israeliana sulla politica nordamericana. Fin dalla sua istituzione nel 2015, AHT fu curato da Anthony Hall, professore emerito dell’Università di Lethbridge in Alberta, Canada’’ 3

L’FBI censura fonti accreditate soltanto perché antimperialiste, intanto gli Stati Uniti vanno verso una nuova Architettura di Potere. Separatismo razziale (tesi di Thierry Meyssan) o fascismo aziendale (tesi di Chris Hedges), il risultato cambia di poco. Trump ha fallito.

http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/06/da-minneapolis-alle-piazza-italiane-la.html

https://comedonchisciotte.org/israele-perfeziona-la-tecnologia-per-la-sorveglianza/

http://aurorasito.altervista.org/?p=12401

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Fonte foto: Osservatorio repressione (da Google)

 

 

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