La Repubblica Islamica dell’Iran, l’establishment
ed il popolo iraniano (“popolo” inteso come un amalgama di più
classi sociali), a differenza di quanto pensa l’opinione pubblica occidentale
manipolata dai media, non sono nella loro interezza schierati su posizioni
antimperialiste e rivoluzionarie. Non ci stancheremo mai di ricordare come il
mondo musulmano non si divida in sciiti e sunniti, ma in Resistenti e Collaborazionisti,
essendo questi orientamenti politici trasversali e totalmente indifferenti alle
diatribe teologiche. Dall’altra parte, l’Imam Khomeini riprese una dottrina, la
dottrina della “Rivoluzione degli Oppressi”, sistematizzata da Ali
Shariati, traduttore in persiano delle opere di Ernesto Guevara e Frantz Fanon,
adattandola ad un Paese capitalista oggigiorno (grazie soprattutto ai rapporti
bilaterali con la Cina) in via di sviluppo.
Distrutto il potere assolutistico della
dinastia Pahlavi, la cui SAVAK era riorganizzata sul “modello” del Mossad,
il proletariato metropolitano di Teheran contribuì ad infliggere agli
imperialismi statunitense e britannico una umiliante sconfitta; ciononostante
l’Iran post-rivoluzionario, rinnegata l’Urss ed il contributo del Partito
comunista alla lotta anti-coloniale, non ha mai realmente reciso i legami
con Israele. L’analista strategico Thierry Meyssan ci ha ricordato la
centralità dello scandalo Iran-Contras nel ridefinire la diplomazia
“occulta” iraniana-israeliana:
“Si trattò di un’operazione dei servizi segreti
statunitensi, concepita dall’SS-Hauptsturmführer Klaus Barbie, già
organizzatore della dittatura di Hugo Banzer in Bolivia e del cartello di
Medellin. Lo scopo era fornire armi ai mercenari delle dittature
filo-statunitensi che combattevano la rivoluzione che s’ispirava ad Augusto
Sandino (i “sandinisti”). Tuttavia Barbie fu arrestato ed estradato in Francia.
Il colonnello Oliver North, che comandava una squadra segreta di assassini
all’interno del Consiglio per la sicurezza nazionale, riprese le redini
dell’operazione. Ideò un’impresa molto più complessa: la liberazione dei civili
statunitensi, presi in ostaggio durante la guerra civile libanese, in cambio di
armi alla Repubblica islamica d’Iran per difendersi nella guerra imposta
dall’Iraq e per rovesciare il presidente Saddam Hussein. Queste armi avrebbero
dovuto essere prelevate da Israele dalle forniture ricevute dagli Stati Uniti e
poi trasferite in Iran. Una parte però avrebbe dovuto essere consegnata ai
Contras nicaraguensi. Il progetto fu sostenuto dal segretario di Stato
aggiunto, il sionista revisionista Elliott Abrams.” 1
Morto Khomeini, che mantenne un difficile equilibrio fra
la sinistra sharitiana e la destra anglofila, i governi di Khatami e
Rafsanjani abbracciarono il neoliberismo, stringendo legami con l’Open Society
di Soros. Dal 2005 al 2013, l’intelligence israeliana rilanciò la “guerra
ibrida” contro il presidente Ahmadinejad, “reo” nella rilettura degli
anglosassoni di voler cancellare Israele dalle cartine geografiche. Il
presidente Ahmadinejad aveva legittimamente detto che Israele, come il
Sudafrica razzista, sarebbe stato “spazzato via dalle pagine del tempo”,
senza riferirsi alla popolazione locale. La bomba atomica, a cui allude la
stampa anglofona e sionista, fu un progetto dello Shah, abbandonato con una
apposita fatwa da Khomeini e mai più ripreso.
Favorevole alla transizione al multipolarismo,
Ahmadinejad si legò ad Hugo Chavez, gemellando la Rivolta antimperialista
sciita del ’79 al nazionalismo bolivariano anti-occidentale. Nel 2011, il deep
state iraniano venne infiltrato dal Mossad; un agente israeliano,
rimasto in carica fino al 2021, venne nominato responsabile del controspionaggio.
Un infiltrato del Mossad incaricato di combattere le infiltrazioni del Mossad.
Tutt’oggi, la borghesia persiana del bazar e Tel Aviv sfruttano, insieme,
l’oleodotto del Golfo di Aqaba, detto anche Golfo di Eilat; la denuncia degli
scandali di questa società, per metà israeliana e per metà iraniana, è punita nel
regime sionista con 15 anni di carcere. Israele è una prigione a cielo aperto.
Morto il filo-cinese Raisi, architetto dell’ingresso di
Teheran nei Paesi Brics, i filo-statunitensi sono diventati molto
potenti a Teheran. Leggiamo quanto scrive il Partito comunista iraniano
(Tudeh), in un recente articolo pubblicato subito dopo l’assassinio del
moderatissimo Ismail Haniyek, leader di Hamas, a Teheran:
“L’assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran
solleva anche seri interrogativi sullo stato dell’apparato di sicurezza
iraniano. Questa non è la prima volta
che le forze di sicurezza israeliane riescono facilmente a effettuare
operazioni terroristiche sul suolo iraniano.
Questo assassinio evidenzia ancora una volta la vasta infiltrazione
delle agenzie di intelligence imperialiste nell’apparato di sicurezza
iraniano. Dall’assassinio di Qasem
Soleimani in Iraq agli omicidi di scienziati nucleari iraniani e all’uccisione
di diversi comandanti delle Guardie rivoluzionarie presso l’ambasciata della
Repubblica islamica in Siria, tutto indica la vasta corruzione e infiltrazione
delle forze di sicurezza israeliane e imperialiste nei servizi di intelligence
del paese.” 2
L’Occidente, nella buona tradizione degli
ipocriti, ha contribuito ad imbavagliare i marxisti iraniani, ciononostante ha
martirizzato, in modo alquanto artificiale, le opposizioni anti-sciite
finanziate dagli anglosassoni. L’Iran, una “società aperta” quindi
capitalista, paga la mancata transizione ad uno Stato sociale e pluralista sul
modello siriano. Non c’è né libertà e né sicurezza dentro il capitalismo.
La dicotomia destra/sinistra, in Iran, è
totalmente inservibile: il principalista Ahmadinejad laicizzò uno Stato teocentrico
dialogando alla pari con i comunisti nord-coreani, mentre Mussavi,
fantoccio dei neoconservatori, era omofobo e razzista. Soleimani e Nasrallah
hanno guardato con diffidenza agli anglosassoni, demolendo l’ISIS un “esercito
segreto della CIA”; la borghesia del bazar trae le proprie ricchezze dai
mercati internazionali; globalista ed anglofila è diventata un attore “vendi
patria”. Questa è la lotta di classe nella variante sciita.
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