La considerazione che sto per proporvi è assai scabrosa, me ne rendo conto. So di urtare la “sensibilità” di tante donne e tanti uomini, ma non posso farci nulla. Lo spirito di questo giornale non è quello di rassicurare ma di riflettere e far riflettere a tutto tondo, come si suol dire, anche e soprattutto quando questa riflessione è perturbante. Del resto, come uso dire, la verità non è mai rassicurante, purtroppo…
Ieri sera, durante la trasmissione Piazza pulita, sulla 7, è stato intervistato un gruppo di cittadini del quartiere residenziale di Roma nord, Casale San Nicola, quelli che insieme ai “fascisti del terzo millennio” si sono resi responsabili dell’ignobile gazzarra inscenata alcuni giorni fa per impedire a un gruppo di rifugiati di entrare nella struttura che era stata loro assegnata dalla Prefettura di Roma.
Ad un certo momento, ha preso la parola una delle rappresentanti di questo gruppo di residenti sostenendo che la loro opposizione alla presenza dei rifugiati nel “loro” quartiere era dovuta a ragioni di sicurezza. “Il comprensorio – ha spiegato – è composto di ville isolate l’una dall’altra, e quindi la presenza di stranieri crea paura e insicurezza fra i residenti”. “Non solo – ha soggiunto con tono preoccupato (sapendo perfettamente di toccare un argomento che nessuno avrebbe osato contrastare) – quei 19 rifugiati sono tutti maschi adulti!”. Mentre pronunciava queste parole il capetto di Casa Pound, di cui non ricordo il nome nè voglio ricordarlo, faceva cenno di si con la testa come i pupazzetti a mò di cagnolini che si mettono sul cruscotto dell’automobile.
La dichiarazione della signora non poteva sfuggirmi. Perché quella frase ne presuppone un altra (non detta), e cioè che se quei 19 rifugiati fossero state 19 rifugiate, la loro presenza sarebbe stata molto probabilmente, anche se forse di malavoglia (ma non ne sono così sicuro…), tollerata. Aggiungo che è assai probabile se non certo che quella gazzarra non sarebbe stata inscenata, comunque sicuramente non con quel livore e quella violenza.
Ergo, al razzismo si aggiunge anche il sessismo (antimaschile in questo caso). Perchè le parole della signora, rese ancora più potenti dalle allusioni, da ciò che non ha detto ma che ha lasciato intuire, vogliono dire una cosa molto chiara: è il sesso di quelle persone a costituire il problema, oltre naturalmente alla loro condizione sociale. Perché, come ho già spiegato in questo articolo https://www.linterferenza.info/editoriali/allarmi-son-fascisti/ se quei rifugiati fossero stati dei rampolli della buona borghesia di qualche paese straniero (magari perseguitati da qualche “stato canaglia”) mandati a studiare in Italia e quella scuola fosse stata adibita ad una sorta di campus universitario per giovani benestanti, sono assolutamente certo che quella truppa di “arricchiti” (perché di questo si tratta, da bravo romano conosco Roma come le mie tasche, e potrei scrivere un libro sulla composizione sociale dei suoi quartieri) non avrebbe avuto nulla da ridire. Anzi, trattandosi di una “nuova” media borghesia di estrazione popolare (parvenu, è il termine che viene utilizzato in questi casi, per lo più in termini dispregiativi, ma non è questa la mia intenzione…), la presenza di quegli stranieri avrebbe perfino rappresentato una ragione di vanto, avrebbe portato addirittura lustro a quella specie di fortilizio-residenza per aspiranti “neo borghesi”.
E ora, care lettrici e cari lettori, care amiche e cari amici, care compagne e cari compagni, inveite pure al maschilista, sbraitate, scandalizzatevi e incazzatevi quanto volete (del resto questo giornale è stato creato appositamente), ma questo è il pensiero che mi è salito alla mente dopo aver ascoltato le dichiarazioni della rappresentante del comitato “civico” (si fa per dire…) dei residenti di Casale San Nicola. Dopo di che, ciascuno faccia le sue considerazioni, se lo vuole.
Fiato alle trombe!